La Nuova Sardegna

Oristano

I palmenti rupestri incantano gli storici

di Maria Antonietta Cossu
I palmenti rupestri incantano gli storici

Neoneli, la rivista Sibrium parla degli impianti ultramillenari del territorio

03 gennaio 2020
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NEONELI. I palmenti rupestri di Neoneli sono finiti nelle pagine della storica rivista Sibrium guadagnando la ribalta nazionale e un’eco anche all’estero attraverso la diffusione della testata nei circuiti di divulgazione scientifica. I contenuti dell’ultimo numero presentato recentemente in provincia di Varese spaziano dalla protostoria al Medioevo. Nelle colonne dedicate alla Sardegna è riportata la storia degli impianti vinari ultramillenari rinvenuti nel territorio nell’ambito di un progetto di valorizzazione dei beni culturali curato dall’archeologa Cinzia Loi, l’autrice della pubblicazione. La ricognizione di superficie e l’analisi del contesto in cui l’esperta ha localizzato i reperti hanno permesso di attestare le antiche origini dell’attività di vinificazione praticata nel Barigadu. In particolare, nel comprensorio di Neoneli sono state individuate diciotto vasche vinarie scavate nella roccia. Alcuni degli esemplari censiti sono mobili, altri sono scavati nella roccia affiorante e sono costituiti da un sistema di due vasche comunicanti. In qualche caso gli impianti di trasformazione sono completati da costruzioni quadrangolari di pietre a secco chiamate Arcivos, utilizzate per stoccare l’uva prima della pigiatura.

Secondo la ricercatrice l’utilizzo dei palmenti rupestri risale almeno al II secolo avanti Cristo ed è proseguito fino a un’epoca recente, tuttavia non si esclude un’attestazione più remota. «Alcuni impianti potrebbero risalire anche all’età del Bronzo, ma non c’è certezza – precisa Cinzia Loi –. Questo è un aspetto molto dibattuto, perciò sarà importante approfondire le indagini di superficie con gli scavi e le analisi chimiche». I risultati dell’indagine condotta sinora costituiranno la base per una ricerca a più ampio spettro. «Attraverso uno studio approfondito – spiega l’esperta – si potrà tentare una ricostruzione del paesaggio produttivo antico di Neoneli nelle sue periodizzazioni, nonché nelle sue problematiche economiche. La raccolta puntuale dei dati consentirà anche la progettazione di azioni di valorizzazione nell’ottica del recupero del paesaggio rurale per preservarne la diversità bio-culturale».

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