La Nuova Sardegna

Oristano

L’acqua calda non si trova: a Fordongianus arriva la termocamera

di Maria Antonietta Cossu
L’acqua calda non si trova: a Fordongianus arriva la termocamera

D’ora in poi le trivellazioni saranno precedute da ispezioni con rilevatori speciali

25 gennaio 2020
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FORDONGIANUS. L’acqua calda non si trova e per le trivellazioni arriva il momentaneo semaforo rosso. Più che altro sembra una sosta ai box per studiare nuove strategie e calibrare la mira. Il Comune riprenderà le ricerche sotterranee delle falde il 5 febbraio e stavolta lo farà con l’ausilio della tecnologia all’avanguardia. La decisione di sospendere l’attività d’indagine è stata presa alla luce dei risultati deludenti ottenuti con i primi due fori spia.

Prima di procedere con nuove perforazioni sarà utilizzata una termocamera in modo da individuare con maggior precisione la presenza di falde acquifere ad alte temperature. La settimana scorsa le trivelle erano entrate in azione nel cortile della scuola dell’infanzia, ma le ricerche non avevano dato i frutti sperati malgrado nel pozzo interno al giardino si trovi acqua a una temperatura di 29 gradi ad appena otto metri di profondità. «Si tratta però di portate minime e di un termalismo troppo basso per le esigenze del Comune», ha spiegato il sindaco Serafino Pischedda riferendosi all’obiettivo di ottenere una concessione mineraria nell’ottica di sviluppare ulteriormente il turismo termale e di estendere l’uso della risorsa naturale ai campi agricolo ed energetico.

Su quest’ultimo versante sono già stati compiuti dei passi in avanti grazie ai sistemi di riscaldamento realizzati negli edifici pubblici sfruttando in sub-concessione l’acqua proveniente dalla fonte utilizzata per le attività dello stabilimento termale e dell’albergo. «Nel centro abitato – ha proseguito il primo cittadino – è molto difficile usare metodi come la geofisica perché ci sono diversi fattori che condizionano le operazioni, dunque i punti in cui svolgere le ispezioni possono essere meno studiati rispetto a quanto è possibile fare in campo aperto».

Dall’asilo le ricerche si erano così spostate all’altezza dell’ambulatorio di guardia medica, ma anche in quel punto non sono state rilevate vene degne di nota. Per questa ragione le perforazioni sono state sospese e riprenderanno dopo un supplemento d’indagine previsto per il 5 febbraio con l’uso di dispositivi elettronici in grado di rilevare le variazioni termiche nel sottosuolo. Il ricorso alla tecnologia dovrebbe circoscrivere il raggio d’azione facilitando i tentativi che saranno fatti successivamente con i fori spia. La ricerca continua.

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