La Nuova Sardegna

Oristano

Su Dominariu, incompiuta che accende la politica

di Ivana Fulghesu
Su Dominariu, incompiuta che accende la politica

Laconi, l’opposizione all’attacco sulla questione della riqualificazione Gli edifici appartenuti a Laore in decadenza: «Cittadini non coinvolti»

29 gennaio 2020
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LACONI. Riflettori puntati ancora una volta sulla riqualificazione di Su Dominariu. I consiglieri di minoranza hanno chiesto alla sindaca Anna Paola Zaccheddu la convocazione di un’assemblea popolare urgente che coinvolga i cittadini per discutere sul progetto di Rifunzionalizzazione degli stabili ex Laore nella borgata di Santa Sofia. Il progetto, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, è quello di realizzare a Su Dominariu una struttura multifunzionale, adibendo una parte a centro di accoglienza per donne vittime di violenza e persone in stato di disagio e una parte a spazio per la promozione e vendita dei prodotti locali e del territorio.

Da sottolineare che la struttura ospita una numerosa colonia di pipistrelli particolarmente rara che dev’essere tutelata. Un primo incontro si era tenuto lo scorso novembre per far discutere e confrontare i portatori di interesse, nei settori dell’agroalimentare e del socio-assistenziale, con «l’obiettivo – aveva allora dichiarato l’amministrazione comunale – di avere suggerimenti per organizzare le strutture con soluzioni il più consone possibile alle necessità dei servizi che si dovranno erogare onde evitare errori che potrebbero compromettere la possibilità di individuare una eventuale gestione».

Eppure secondo la minoranza quell’incontro non è stato abbastanza «partecipativo». «Da quanto si è potuto apprendere sull’incontro promosso dall’amministrazione lo scorso 27 novembre – scrivono Simona Corongiu e Carlo Orgiu – la comunità laconese è stata esclusa dal dibattito, riservato esclusivamente allo studio di architetti incaricati del progetto, ai tecnici Laore, ai responsabili del Centro pipistrelli Sardegna e a pochi operatori economici espressamente invitati».

«L’impegno finanziario del progetto – scrivono i due consiglieri – risulta di notevole entità, quasi tre milioni, e le finalità da conseguire, salvo quella di tutelare i chirotteri, non sembrano meglio identificate». Dal dibattito promosso dalle minoranze per un esame generale dell’attività amministrativa che si conclude nella prossima primavera, «è emerso – sottolineano i consiglieri – il possibile rischio che si possa andare incontro a un nuovo flop simile a quello dell’ippodromo».

Il riferimento è alla mega struttura realizzata negli anni ’90 del valore di circa 4 miliardi di lire, mai decollata e tutt’oggi inutilizzata. Prima che l’amministrazione compia ulteriori passi – concludono i consiglieri di Insieme per Laconi e Laconi bene comune – è necessario convocare un’assemblea pubblica urgente estesa alla partecipazione di tutta la comunità per discutere su cosa realizzare a Santa Sofia per recuperare quel bene che è anche patrimonio storico del paese».

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