Ula Tirso, nascerà il museo della diga di Santa Chiara
ULA TIRSO. Il Comune ha avviato l’attività di ricerca per reperire, acquisire e riprodurre materiale cartaceo, fotografico e audiovisivo che documenta la storia della costruzione della diga di Santa...
29 gennaio 2020
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ULA TIRSO. Il Comune ha avviato l’attività di ricerca per reperire, acquisire e riprodurre materiale cartaceo, fotografico e audiovisivo che documenta la storia della costruzione della diga di Santa Chiara e degli invasi più importanti dell’isola. Un patrimonio in gran parte custodito negli archivi dell’Enel, che collaborerà con l’ente locale alla fase di recupero della raccolta che formerà il corpus del museo della diga di Santa Chiara e dei bacini idrografici sardi.
L’iter progettuale è in corso, ma si ipotizza un primo intervento strutturale nella sede del futuro centro espositivo e documentale già a primavera inoltrata. È il periodo presunto dell’avvio dei lavori di rifacimento del tetto dell’ex scuola elementare, l’edificio che ospiterà la mostra permanente. Entro il 2020, inoltre, dovrebbero cominciare i lavori di ristrutturazione e adeguamento dei locali dell’ex presidio scolastico. Tutti gli interventi rientrano nel piano finanziato con i 270mila euro della programmazione territoriale. In contemporanea proseguirà la ricerca del materiale espositivo che ha preso il via nei giorni scorsi con i contatti preliminari tra l’amministrazione comunale e la direzione regionale dell’Enel per organizzare gli accessi agli atti dell’archivio di Cagliari. Nella raccolta museale confluiranno i duplicati dei progetti originali, le foto d’epoca, il materiale divulgativo storico e recente sull’epopea della prima diga.
Della gran mole di documenti faranno parte anche tesi di laurea e il libro Aurora sarda scritto nel 1922 dal canonico di Berchidda Pietro Casu. «La creazione di un museo ha rappresentato una scelta naturale – commenta il sindaco Ovidio Loi –. I primi anni ’20 coincidono con una delle parentesi più importanti della storia del paese e del territorio. Per noi si trattò anche di una rivoluzione sociale dettata dall’arrivo dell’energia elettrica, ma la costruzione dell’invaso significò molto per l’intera isola in quanto determinò l’avvio dello sviluppo industriale». (mac)
L’iter progettuale è in corso, ma si ipotizza un primo intervento strutturale nella sede del futuro centro espositivo e documentale già a primavera inoltrata. È il periodo presunto dell’avvio dei lavori di rifacimento del tetto dell’ex scuola elementare, l’edificio che ospiterà la mostra permanente. Entro il 2020, inoltre, dovrebbero cominciare i lavori di ristrutturazione e adeguamento dei locali dell’ex presidio scolastico. Tutti gli interventi rientrano nel piano finanziato con i 270mila euro della programmazione territoriale. In contemporanea proseguirà la ricerca del materiale espositivo che ha preso il via nei giorni scorsi con i contatti preliminari tra l’amministrazione comunale e la direzione regionale dell’Enel per organizzare gli accessi agli atti dell’archivio di Cagliari. Nella raccolta museale confluiranno i duplicati dei progetti originali, le foto d’epoca, il materiale divulgativo storico e recente sull’epopea della prima diga.
Della gran mole di documenti faranno parte anche tesi di laurea e il libro Aurora sarda scritto nel 1922 dal canonico di Berchidda Pietro Casu. «La creazione di un museo ha rappresentato una scelta naturale – commenta il sindaco Ovidio Loi –. I primi anni ’20 coincidono con una delle parentesi più importanti della storia del paese e del territorio. Per noi si trattò anche di una rivoluzione sociale dettata dall’arrivo dell’energia elettrica, ma la costruzione dell’invaso significò molto per l’intera isola in quanto determinò l’avvio dello sviluppo industriale». (mac)