La Nuova Sardegna

Oristano

Mura antiche da tutelare

Mura antiche da tutelare

Il centrosinistra pressa la giunta: «La loro valorizzazione è un dovere»

19 febbraio 2020
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ORISTANO. Agli errori del passato difficilmente si può rimediare, se non con i mezzi della realtà virtuale, e buona parte del patrimonio urbanistico medievale di Oristano è andato perduto appunto irrimediabilmente, grazie alle politiche scellerate che, a cavallo tra Otto e Novecento, portarono ad abbattere buona parte di ciò che restava della cinta muraria giudicale. I tratti superstiti visibili al pubblico sono pochissimi, praticamente solo il muro di fronte all'Hospitalis Sancti Antoni. Poco più in là, attraversata via Sant'Antonio in direzione di via Diego Contini, un altro tratto si mostra ai passanti, prima di infilarsi nei giardini delle case del centro storico. Si trova in un terreno privato ed edificabile, messo in vendita al prezzo di 160 mila euro nei giorni scorsi, come rivelato dalla Nuova.

Sulla vicenda ora arriva anche un'interrogazione in Consiglio Comunale, presentata dai consiglieri di centrosinistra Francesco Federico, Maria Obinu ed Efisio Sanna. «L'importante tratto di mura – scrivono i tre – si trova in continuità con quelle esistenti di fronte all'Hospitalis, intervallate da quella doveva essere la pusterla di Sant’Antonio che apriva la Città verso la campagna compresa tra il fiume e il mare. Si tratta di un importante patrimonio storico e culturale della Città di Oristano e la completa acquisizione e successiva riqualificazione di quell'affascinante angolo della città deve essere considerata una priorità da parte dell'amministrazione comunale. In che modo si intende procedere?»

Contattato sabato, l'assessore alla Cultura Massimiliano Sanna, non aveva escluso l'acquisto del lotto, specificando però che non è facile trovare le risorse.

«In ogni caso – ha dichiarato Sanna – tuteleremo il tratto delle mura presente nel terreno». Lo spazio in questione è certamente importante, anche perché potrebbe inserirsi in un'area di pregio, dato che a pochi metri nascerà fra qualche anno la piazza Carta de Logu, laddove in epoca giudicale sorgeva il giardino del convento di San Francesco. Ma di luoghi del passato da valorizzare ce ne sono tanti altri, nel centro urbano. Ci sarebbero per esempio le tombe di epoca bizantina sotto le scalinate della Cattedrale: forse ulteriori scavi potrebbero rivelare uno spaccato della città in un'epoca non troppo conosciuta, quando il centro più importante del circondario era ancora Tharros. Ci sono i tanti edifici di epoca medievale del centro storico, alcuni dei quali fatiscenti, come la casa che si trova davanti alla Torre di Portixedda, con le sue pregevoli decorazioni antiche, purtroppo ormai rovinate dal tempo. Le scelte sbagliate del passato hanno fatto perdere per sempre le bellezze di quella che oggi è piazza Manno, dove si trovavano il castello, la reggia giudicale oggi ricompresa nel carcere, e la torre di San Filippo con annessa la Porta a Mari, demolita nel 1907. Scordiamoci il passato, recita il detto, e va bene, ma si cerchi di non commettere più gli stessi errori.

Davide Pinna

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