La Nuova Sardegna

Oristano

Cavalieri e Pisanu: è guerra aperta

Controdenuncia ai danni del presidente dei falegnami: «Volgare e ingiurioso»

20 febbraio 2020
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ORISTANO. Finora era stato usato il fioretto, ma per l'associazione cavalieri, dopo l’ultimo attacco, è tempo di usare la spada e rispondere alla denuncia rivolta al presidente Ignazio Nonnis con la stessa moneta: un esposto alla commissione disciplina per il comportamento «volgare e ingiurioso» del presidente del gremio dei falegnami, Carlo Pisanu, reo durante una riunione ufficiale tra Comune, Fondazione, gremi e associazione cavalieri di aver mostrato il fondoschiena, battendoci ripetutamente la mano, in direzione del presidente dell'associazione cavalieri.

Chi di spada ferisce di spada perisce, mai detto fu più calzante. Dopo la stoccata tirata da Pisanu a Ignazio Nonnis, presidente dei cavalieri, il consiglio direttivo dell’associazione cavalieri passa al contrattacco. I fatti risalgono alla riunione del 29 agosto convocata dal sindaco per l’adozione del regolamento Sartiglia. «Durante la discussione – spiegano i cavalieri – Carlo Pisanu, rivolto chiaramente a Ignazio Nonnis, mostrava le sue terga battendo ripetutamente la mano sulle proprie natiche, gesto che nell’immaginario collettivo rappresenta palesemente un comportamento volgare e ingiurioso».

Una posizione netta quella dei cavalieri, a supporto di Ignazio Nonnis e dell’incarico che ricopre da quasi nove mesi. Le due denunce, di cui la commissione disciplina dell’Istituzione Sartiglia si occuperà dopo la giostra e che potrebbero costare una sospensione, sembrano essere figlie di malumori e rancori accumulati nei mesi di muro contro muro tra cavalieri e ente organizzatore. Un diverbio nato sui temi della manifestazione, basato su vedute diametralmente opposte, aveva portato ripetutamente allo scontro durante varie riunioni dai toni sempre più accesi. Poi è cresciuto col passare del tempo ed è esploso a livello personale, quando oramai sembrava che si fosse arrivati all'accordo politico tra le parti nel nome della serenità della giostra. La calma evidentemente era solo apparente. È bastato un messaggio con tre “faccine marroni” di troppo per riportare a galla vecchi malumori, rimuginare su episodi come quello contestato dai cavalieri, che, forse per preservare il delicato equilibrio tra organizzatori e protagonisti della giostra, a suo tempo si era preferito far finta di non vedere. Così si è innescata una nuova miccia e si è dato ossigeno a un fuoco che sembrerebbe non essersi mai spento del tutto. Uno scenario che i cavalieri avrebbero certamente preferito evitare, con i toni del grottesco se si pensa al tempo della narrazione, quello del giovedì grasso, giorno di coriandoli e maschere, a poche ore dalla prima giornata di Sartiglia. (ele.c.)

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