La Nuova Sardegna

Oristano

Cottolengo, primi lavori

di Maria Antonietta Cossu
Cottolengo, primi lavori

Con mezzo milione aperti i cantieri nell’area del vecchio teatro e dei locali vicini

22 febbraio 2020
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GHILARZA. Quale futuro per il Cottolengo? L'interrogativo tiene banco ormai da diversi anni in paese, ma ultimamente è stato rilanciato dal parroco nel tentativo di coinvolgere la comunità nella realizzazione di un percorso diretto al recupero e all'utilizzo di un bene altrimenti destinato all'abbandono e alla decadenza. Il dibattito pubblico sul destino dello storico edificio si è riacceso in seguito all'invito a presentare proposte su possibili destinazioni d'uso della struttura che padre Paolo Contini ha rivolto ai cittadini attraverso il sito web della parrocchia. Nella sezione dedicata è ripercorsa la storia dell' ex orfanotrofio femminile e sono spiegati i motivi che hanno spinto la diocesi di Oristano e la chiesa locale a considerare la possibilità di vendere una porzione dell'immobile che consta di una superficie coperta di quasi quattromila metri quadri e di un vasto appezzamento di terreno.

Dall'ipotesi di una riconversione è esclusa solo la parte dell'edificio prossima a un poderoso intervento di ristrutturazione e nella quale si svolgeranno le attività pastorali. L'intervento è ai blocchi di partenza: una manciata di giorni fa è stato firmato il contratto con le imprese locali che nei prossimi due anni dovranno rimettere a nuovo l'ala del vecchio teatro e i locali attigui. Il parziale recupero dello stabile costerà 580.000 euro, in larga misura finanziato dalla Cei e per il 15 per cento dalla parrocchia con un apposito fondo.

Ma la manutenzione straordinaria di tutto il complesso richiede risorse molto più ingenti e l'esigenza di intervenire ha posto il problema di come reperire il denaro. «Ci sono più ipotesi in campo e quella di vendere una parte della struttura è tra queste, ma non è definitiva e soprattutto non sarà adottata alcuna decisione prima di condividere le soluzioni con i cittadini», ha puntualizzato padre Paolo Contini.

«E anche nel caso in cui fosse venduta una porzione dell'immobile – ha chiarito il sacerdote – il ricavato sarebbe utilizzato per la manutenzione della parte che resta e che vorremmo mettere a disposizione di Ghilarza e del territorio per le finalità che scaturiranno dalle proposte della società civile e della comunità ecclesiastica, nessuno escluso». L'obiettivo dichiarato è di «far sì che la struttura riacquisti vita, che rivesta ancora l'importanza che aveva un tempo per il territorio. Abbiamo scelto di seguire una linea pastorale e non il diritto canonico proprio perché vorremmo che fosse una scelta partecipata», ha concluso padre Contini.

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