Mediterranea si rinnova
di Valentina Atzeni
Per la ventesima edizione nuovi espositori nel segno della tradizione locale
23 febbraio 2020
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ORISTANO. La rassegna Mediterranea spegne venti candeline. Trentuno le aziende dell'artigianato artistico e dell'agroalimentare di qualità partecipanti, che con le loro produzioni sono ospitate in tre edifici storici della città: oltre al teatro di via Ciutadella de Menorca che vede al suo interno tredici imprese, anche Palazzo Paderi e Palazzo Carta, rispettivamente con otto e dieci espositori.
Da parte del presidente della Camera di commercio di Oristano, Nando Faedda, assoluto ottimismo per una manifestazione che riconfermerà il successo delle precedenti diciannove edizioni.
«Mediterranea è ormai sinonimo di carnevale oristanese – ha dichiarato Faedda – il rammarico è solo quello di non poter accontentare tutti i produttori che vorrebbero partecipare a causa degli spazi limitati».
Novità di questa ventesima edizione l’inserimento di alcuni nuovi espositori, per un ricambio che potesse accogliere chi ancora non aveva mai partecipato alla rassegna. «Tra questi – affermano dalla Camera di commercio – i rappresentanti del settore officinale, con prodotti a base di lavanda e elicriso, e di quello del legno, inteso come realizzazione di mobili, complicato da introdurre per le dimensioni delle produzioni.
Ma non mancano i laboratori orafi, dove a fare da padrone è il corallo, insieme all’argento e in minore quantità all’ossidiana, il cui prelievo è limitato dal 2016. Ampio spazio anche al settore tessile, alla ceramica, alla lavorazione del cuoio e delle pietre. Immancabile l’agroalimentare. Ortaggi e prodotti caseari accolgono il visitatore in un tripudio di profumi e colori.
«Mediterranea rappresenta un appuntamento importante perché ogni anno contribuisce nel dare visibilità alle attività preponderanti della città, artigianato e agricoltura – ha affermato Massimiliano Sanna, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Oristano – si tratta di un’opportunità per far emergere i prodotti del territorio». Vetrina di tutto rispetto dunque, ma a tempo determinato. Una quattro giorni che permetterà alle aziende presenti di ampliare il proprio spettro conoscitivo al di fuori di quello provinciale e regionale, ma se si vuole competere al di là del mare occorre una strutturazione ben più efficace.
È in questi termini, con un’ottica più ampia, che l’assessora regionale dell’Industria Anita Pili, si rivolge al comparto: “Credo sia importante valorizzare le produzioni che abbiamo, anche perché costituiscono, in piccola scala, dei veri e propri processi industriali che necessitano di sostegno – afferma Anita Pili – spesso, nonostante le produzioni siano di eccellenza, le imprese non possono competere sul mercato in termini di quantità di prodotto. Quindi è necessario fare una ricognizione delle imprese e degli impegni dei produttori e insieme a loro costruire delle vere e proprie industrie artigianali sarde».
Da parte della Regione, dunque, la garanzia di una formazione futura, per fare propria la cultura dell’imprenditorialità e aumentare la consapevolezza della ricchezza della propria arte. Sempre che un così vasto ampliamento del settore rientri nelle intenzioni degli artigiani.
Mediterranea resterà aperta fino a martedì, dalle 10 alle 20. Ingresso libero.
Da parte del presidente della Camera di commercio di Oristano, Nando Faedda, assoluto ottimismo per una manifestazione che riconfermerà il successo delle precedenti diciannove edizioni.
«Mediterranea è ormai sinonimo di carnevale oristanese – ha dichiarato Faedda – il rammarico è solo quello di non poter accontentare tutti i produttori che vorrebbero partecipare a causa degli spazi limitati».
Novità di questa ventesima edizione l’inserimento di alcuni nuovi espositori, per un ricambio che potesse accogliere chi ancora non aveva mai partecipato alla rassegna. «Tra questi – affermano dalla Camera di commercio – i rappresentanti del settore officinale, con prodotti a base di lavanda e elicriso, e di quello del legno, inteso come realizzazione di mobili, complicato da introdurre per le dimensioni delle produzioni.
Ma non mancano i laboratori orafi, dove a fare da padrone è il corallo, insieme all’argento e in minore quantità all’ossidiana, il cui prelievo è limitato dal 2016. Ampio spazio anche al settore tessile, alla ceramica, alla lavorazione del cuoio e delle pietre. Immancabile l’agroalimentare. Ortaggi e prodotti caseari accolgono il visitatore in un tripudio di profumi e colori.
«Mediterranea rappresenta un appuntamento importante perché ogni anno contribuisce nel dare visibilità alle attività preponderanti della città, artigianato e agricoltura – ha affermato Massimiliano Sanna, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Oristano – si tratta di un’opportunità per far emergere i prodotti del territorio». Vetrina di tutto rispetto dunque, ma a tempo determinato. Una quattro giorni che permetterà alle aziende presenti di ampliare il proprio spettro conoscitivo al di fuori di quello provinciale e regionale, ma se si vuole competere al di là del mare occorre una strutturazione ben più efficace.
È in questi termini, con un’ottica più ampia, che l’assessora regionale dell’Industria Anita Pili, si rivolge al comparto: “Credo sia importante valorizzare le produzioni che abbiamo, anche perché costituiscono, in piccola scala, dei veri e propri processi industriali che necessitano di sostegno – afferma Anita Pili – spesso, nonostante le produzioni siano di eccellenza, le imprese non possono competere sul mercato in termini di quantità di prodotto. Quindi è necessario fare una ricognizione delle imprese e degli impegni dei produttori e insieme a loro costruire delle vere e proprie industrie artigianali sarde».
Da parte della Regione, dunque, la garanzia di una formazione futura, per fare propria la cultura dell’imprenditorialità e aumentare la consapevolezza della ricchezza della propria arte. Sempre che un così vasto ampliamento del settore rientri nelle intenzioni degli artigiani.
Mediterranea resterà aperta fino a martedì, dalle 10 alle 20. Ingresso libero.