La Nuova Sardegna

Oristano

Solo pochi eletti al sacro rito della vestizione

Solo pochi eletti al sacro rito della vestizione

Su componidori del gremio dei Contadini ha indossato gli abiti in una cerimonia suggestiva

24 febbraio 2020
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ORISTANO. La lunghissima giornata pubblica di Ignazio Lombardi è iniziata ieri poco prima di mezzogiorno, quando in via Aristana, preceduto dagli squilli di tromba,dal rullio dei tamburi e dal suono ancestrale delle launeddas è arrivato su componidori del gremio dei contadini. Pochi minuti per gli ultimi saluti e poi, in una sala silenziosa è andato in scena un rito celebrato solo per pochi. Al centro della sala, sopra sa mesitta, un piano rialzato, lo scranno su cui, attraverso un rituale antico, fatto di gesti immutati nel tempo, siede l’uomo e si alza per salire a cavallo il semidio: su componidori. Sugli appositi vassoi tutti gli oggetti che servono ad officiare il rituale. A vestire il cavaliere ci pensano is Massaieddas, giovani donne che indossano l’abito sardo di Oristano. Il loro compito si svolge sotto l’attenta supervisione di sa Massaia Manna. Il Capo Corsa si affida totalmente all’esperienza delle donne del gremio, che lo vestiranno seguendo regole codificate dal tempo. Ogni gesto è sottolineato dagli squilli di tromba e dal rullio dei tamburi. Prima indossa la camicia bianca, ricca di sbuffi e pizzi su cui spiccano i fiocchi rossi del gremio di San Giovanni, quindi il coietto (cojetto: una giacca smanicata in cuoio terminante a gonnellino, stretta sul petto del cavaliere con dei lacci anch’essi di cuoio), il cinturone di cuoio, la maschera androgina color terra, il fazzoletto bianco che fissa la maschera al viso, il velo anch’esso bianco e il cilindro di colore nero. Conclusa la vestizione dentro la sala, immersa in un silenzio irreale, viene portato il cavallo sul quale monterà su componidori. Da quel momento in poi e fino alla svestizione, che avverrà alla conclusione della manifestazione, il Capo Corsa, non potrà posare i piedi a terra. Egli, rivestito degli indumenti che lo rendono il semidio deputato a intercede presso la divinità affinché conceda fortuna e benefici agli uomini, è colui che, attraverso la sua purezza e il suo coraggio, scaccia via gli spiriti maligni. Il rito della vestizione si è compiuto secondo tradizione: is Massaieddas e sa Massaia Manna, hanno portato a termine il loro compito in maniera perfetta. Su componidori, riceve sa Pippia de maiu da s’Oberaiu maiore, Gianni Dessì, raggiunge su segundu Corrado Massidda e su terzu Fabrizio Manca e si avvia verso via Duomo, dove si svolgerà la corsa alla stella. La prima cerimonia della giornata si è conclusa. (pi.maro)

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