La Nuova Sardegna

Oristano

Evoluzioni a basso volume la piramide piazza l’acuto

di Enrico Carta
Evoluzioni a basso volume la piramide piazza l’acuto

Straordinario il numero di Casula, Pau e Volturo. Per il resto meglio domenica

26 febbraio 2020
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ORISTANO. Qualche acuto, molte stonature, poi giù il volume della radio e anche giù sulla sella per evitare rischi inutili o addirittura perché quei rischi nessuno voleva più prenderseli. Lo spettacolo ovviamente resta, ma il voto rispetto a domenica va in picchiata, così come i listini della borsa in periodo di panico da coronavirus. Non sono in giornata di grazia i cavalieri acrobati, tanto che l’esibizione delle pariglie stavolta non è un crescendo prima delle note finali che sublimano tre giorni di Sartiglia. Offre solo qualche accordo grazie a pochi orchestrali d’alta scuola, per il resto pareggia un musicante di piazza neppuretroppo in forma con gli accordi della sua chitarra.

La bella notizia è che nessuno cade, dopo i brividi di paura di due giorni prima. È già tanto, ma il pubblico sogna sempre di vedere il meglio e il meglio è rimasto lontano dallo sterrato di via Mazzini, dove, pariglia del componidori a parte visto che per scaramanzia non esegue evoluzioni, è sembrato subito che fosse uno di quei giorni buoni. Invece un bel “tre su tre” in piedi sulla sella di Corrado Massidda, Ignazio Lombardi e Fabrizio Manca era solo un’illusione cullata però ancora grazie all’abilità di qualche altro terzetto che ha mostrato il volto migliore dei 111 in pista.

Subito dopo arriva un bis degli applausi di domenica per Federico Fenu, Sergio Ledda e Matteo Licheri che piazzano un “tre su tre” con la variante del cavaliere centrale in piedi di spalle rispetto alla direzione di corsa dei cavalli lanciati al galoppo. Sono ancora più bravi, con lo stesso numero, Cristian Pisanu, Elisabetta Sechi e Gianni Serra e forse ancor un gradino più su Alberto Carta, Fabrizio Pomogranato e Claudio Tuveri. Poi però c’è il vero acuto, anche perché più in alto di così c’è solo il paradiso. La “piramide” di Michael Casula, Marco Pau e Roberto Volturo si issa tra le ali di folla di via Mazzini e batte tutti gli altri numeri per distacco, agevolata dal fatto che stavolta il “ponte volante” di Davide Cingolani, Luigi Iriu e Alessandro Scanu non è solido come quello di due giorni prima.

Poi c’è Antonella Rosa coi suoi due compagni Andrea Concas e Federico Misura che regala, seppure con qualche difficoltà in partenza, una replica della “verticale” di domenica e manda il pubblico in estasi. Da lì in poi l’adrenalina da dispensare è poca e non tutta da scossa elettrica. Ci provano e ci riescono Daniele Cannea, Gianfranco Manunza e Filippo Vidili con il tre su tre con centrale girato; e poi Stefano Manca, Francesco Serra e Marco Serra con un tre su tre senza varianti. Ancora un centrale girato per Paolo Faedda, Andrea Manias e Giorgio Sanna, prima di quello pressoché perfetto di Alessio Garau, Gianluca Russo e Andrea Solinas. Si torna al tre su tre che strappa la sufficienza di Luca Amadu, Francesco Armas e Antonio Cuccu e quello più che discreto di Francesco Carboni, Renzo Mura e Fabrizio Salis. L’ultimo terzetto a timbrare il cartellino è quello di Salvatore Aru, Fabio Chessa e Gianluca Muru, sempre con un tre su tre.

Da lì in poi l’elettroencefalogramma delle pariglie resta piatto sino al momento dell’ultima discesa, quella del terzetto del componidori Cristian Matzutzi. Il suo destriero ha sciolto la tensione di via Duomo dopo tante ore di luci della ribalta e viaggia spedito accanto agli altri cavalli, mentre il capocorsa chiude la giostra con sa remada per ricordare a tutti che la magia di carnevale, attesa come una tempesta, dura lo spazio di un lampo. Una parentesi colorata di Sadegna tra i lunghi mesi dei preparativi e quelli successivi dedicati ai commenti.

Sulla sabbia ritornano i cavalli. Sfilano e fanno sperare chi lungo il percorso attende in regalo una rosetta della bardatura dei cavalli per dire che, in fondo, c’era anche lui ad assistere alla cavalcata degli eroi oristanesi. Ora restano solo i lampioni a illuminare via Mazzini. L’orchestra si alza in piedi, saluta e se ne va già verso il prossimo carnevale.

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