La Nuova Sardegna

Oristano

Seneghe, la lenta agonia dell’ex ospedaletto

di Piero Marongiu
Seneghe, la lenta agonia dell’ex ospedaletto

In stato di totale abbandono: è della Provincia che ha provato a girarlo al Comune L’edificio è pericolante, ma nessuno ha i fondi per abbatterlo o ristrutturarlo

26 febbraio 2020
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SENEGHE. Seneghe. Visto da lontano l’ex convalescenziario sembra un monolito banco, totalmente fuori posto rispetto all’ambiente in cui si trova.

Man mano che ci si avvicina l’impressione che quell’edificio, ormai fatiscente e pericolante, nel contesto boschivo del monte Sos Paris e nel paesaggio circostante, verde e ricco di lecci, rappresenta un’anomalia perfino fastidiosa, si rafforza.

La struttura, di proprietà della provincia di Oristano, è pericolante. Per impedire l’accesso all’interno gli ingressi al piano terra sono stati tamponati con mattoni. Ma qualche incivile non si è fermato neppure davanti al muro e dopo averlo sfondato, ne ha fatto una sorta di zona franca per le sue attività.

Eppure quando venne edificato, in località Funtana ‘e Iscala, a metà circa degli anni Cinquanta, su progetto dell’architetto Guido Vascellari, secondo le intenzioni dei finanziatori (privati), doveva diventare un ospedale per la cura delle patologie polmonari dotato delle attrezzature più moderne del periodo. A favorire la scelta del luogo sicuramente è stata l’altitudine (oltre 700 metri sul livello del mare), il clima mite del Montiferru e l’aria montana particolarmente benefica nel trattamento di quelle malattie. La struttura, realizzata con materiali del posto, come la pietra basaltica, era stata completata in tutte le sue parti. Le stanze erano dotate di tutti confort, compresi gli erogatori di ossigeno ai quali collegare le apposite maschere per l’inalazione.

C’erano anche una cappella con l’altare rivestito in marmo e i macchinari necessari per il funzionamento della struttura sanitaria. Nonostante ciò però, l’ospedaletto, nome con il quale viene chiamato dai seneghesi, non è mai entrato in funzione. Fino a qualche decennio fa, un guardiano assicurava le piccole manutenzioni allo stabile e garantiva una sorta di servizio di guardiania.

Poi, dopo la sua morte, per l’ospedaletto sono arrivati l’oblio e l’incuria che lo hanno portato allo stato di dissesto in cui versa attualmente. Qualche anno fa l’amministrazione locale aveva pensato perfino a un suo riutilizzo. Una conversione per usi differenti rispetto a quelli per cui era sorto. Allora arrivò anche un finanziamento destinato al suo recupero. Poi più nulla. I soldi vennero utilizzati per altri lavori, e dell’ospedaletto non si è più parlato. Le condizioni attuali sono di totale degrado, ed è pericoloso anche accedervi. L’interno, preda dei vandali che lo hanno scelto per trascorrevi le loro serate brave e per realizzarvi i loro coloratissimi disegni, mostra crepe dappertutto. Il soffitto, aggredito dalle numerose infiltrazioni d’acqua e corroso dall’umidità, rischia di crollare da un momento all’altro. L’esterno è totalmente invaso dai rovi e dagli arbusti cresciuti spontaneamente lungo il perimetro.

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