La Nuova Sardegna

SIAMANNA. Voleva mettere nel sacco tordi e merli il bracconiere fermato dagli agenti della Stazione forestale di Villaurbana, ma ha portato a casa solo l’accusa di uccellagione, che lo ha visto costretto a consegnare ai ranger la fauna selvatica catturata e i mezzi di caccia. C.E. 54 anni, di Villaurbana, sorpreso nei giorni scorsi a controllare una rete per la cattura dei volatili nelle campagne di Siamanna, alle pendici del Grighine, rischia l’arresto fino a 1 anno o un’ammenda che supera i 2 mila euro.

Previste ulteriori sanzioni accessorie che comprendono la revoca della licenza di porto di fucile per la caccia e il divieto di rilascio di licenza per un periodo fino a 10 anni. «È la prima volta che si riscontra la presenza di reti fisse da uccellagione in Provincia – comunicano dal Corpo Forestale – in generale, a Villaurbana e nei paesi vicini, la pratica illecita è effettuata con reti posizionate a terra o negli alberi in appositi corridoi chiamati “stazzi”, che i bracconieri però rimuovono». Sequestrate anche la rete, una roncola, un coltello, dei legacci per fissare le reti, attrezzi per tagliare i rami che servono per costruire i passaggi degli uccelli e anche un sacchetto di grano utile per pasturare i cinghiali, pratica anch’essa vietata. La pattuglia, durante gli accertamenti, ha trovato impigliato alla rete uno sparviere, appartenente a una specie protetta. Il rapace era e in buone condizioni ed è stato rimesso in libertà.

Il bracconiere è stato deferito all’Autorità giudiziaria.