La Nuova Sardegna

Oristano

Un perito per Masangionis

Un perito per Masangionis

Il pm Chelo ha nominato un tecnico per verificare se il rimborso all’impresa privata fosse regolare

08 marzo 2020
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ORISTANO. Nuova fase dell’inchiesta avviata lo scorso 20 dicembre dalla Procura per la revoca della concessione alla società Vittadello dell’impianto di trattamento dei rifiuti di Masangionis. Nei giorni scorsi il pubblico ministero che ha avviato l’indagine, Andrea Chelo ha chiesto al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Oristano lo svolgimento di un incidente probatorio, tramite perizia, per accertare se e quanto sia fondata l’ipotesi accusatoria, e se quindi il rimborso di 14,5 milioni di Vittadello sia fuori quota e fuori logica rispetto a quanto era previsto dalla legge, circa la metà.

L’inchiesta vede coinvolte 6 persone. Si tratta di Salvatore Daga e Marcello Siddu, rispettivamente responsabile unico del procedimento e presidente del Cipor (difesi entrambi dall’avvocato Franco Luigi Sata); Claudio Atzori, per un diverso periodo presidente del Cipor, difeso da Giuseppe Corronca; Marcello Caria, vicepresidente, difeso da Carlo Figus; Giuseppe Giarrusso e l’ex sindaco di Oristano Guido Tendas, entrambi consiglieri del Consorzi, e difesi rispettivamente da Christian Stara e Marcello Sequi.

Nel procedimento lo stesso Consorzio Industriale risolta persona offesa. Il perito per adesso si concentrerà sul rimborso, sulla sua quantità e sulle norme che regolano la revoca della concessione. Per adesso non sono indicati altri ipotetici reati oltre all’abuso d’ufficio.

L’indagine secondo amvbienti investigativi avrebbe preso le mosse da una segnalazione anonima ma dettagliata fatta sia alla Procura che alla Finanza all’atto del passaggio di consegne tra Vittadello e Cipor. Sino ad allora era stata la ditta Vittadello a occuparsi dell’impianto, da lì in poi la gestione passò nelle mani del Consorzio industriale, che lo gestisce anche ora. La volontà di sostituire la Vittadello era emersa già nel passato, quando consorzio industriale e i comuni di Oristano e Santa Giusta si erano accorti che l’impianto, inserito virtuosamente nel ciclo regionale dei rifiuti non era una voce di spesa per il Consorzio ma una fonte di guadagni. Solo a quel punto si fece strada l’ipotesi di liquidare la Vittadello e far assumere al Consorzio la gestione dell’impianto cosa che poi fu ratificata da quel consiglio di amministrazione che firmò la delibera. Le previsioni non furono errate perché Masangionis è diventato nel tempo un sistema capace di produrre utili che successivamente l’ente consortile ha utilizzato per migliorare servizi nella propria area e investire in altre opere. Ancora oggi l’impianto, ampliato per i ltrattamento di nuove tipologie di rifiuto, come la plastica, è capace di chiudere il conto economico in attiv, come è descritto anche dall’ultimo bilancio di previsione. «I risultati di gestione dell'impianto hanno consentito di confermare le tariffe dello smaltimento rifiuti ed anzi sono state poste le basi per una loro riduzione nel prossimo futuro, a tutto vantaggio dei Comuni e degli utenti» I ricavi derivanti dall'attività di Masangionis sono aumentati con la gestione diretta, passando dai 5 milioni e 600 mila euro del 2016 ai 6 milioni del 2018. A fronte di costi inferiori rispetto ai ricavi il Cipor ha potuto accantonare nel 2018 una cifra pari a poco meno di 1 milione e mezzo di euro che invece, in caso di gestione indiretta, sarebbero in buona parte diventati profitti per l'impresa concessionaria.

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