La Nuova Sardegna

Oristano

Medici in trincea senza tutele

di Michela Cuccu
Medici in trincea senza tutele

L’allarme dell’ordine provinciale e dei sindacati: «Al lavoro senza mascherine, guanti e camici»

18 marzo 2020
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ORISTANO. Medici senza protezioni dal coronavirus: da giorni chiedono invano mascherine, tute, camici monouso e guanti. Col passare dei giorni è sempre più chiaro a tutti che in Sardegna, i maggiori focolai riscontrati, si sono sviluppati all’interno degli ospedali di Nuoro e Sassari, chi è in prima linea ha paura. «Ce l’abbiamo perché siamo stati abbandonati. Non si può lavorare in questo modo, a mani nude, senza protezioni e con il rischio enorme di ammalarci e di contagiare poi a casa i nostri familiari, ma soprattutto un numero elevatissimo di altre persone e di pazienti che per i più svariati motivi hanno contatti con gli ospedali. Purtroppo, non bastano i proclami sin qui fatti».

A parlare è Antonio Sulis, presidente dell’Ordine dei Medici provinciali. È di ieri la nota che lo stesso Ordine e i sindacati dei medici ospedalieri e territoriali Aaroi-Emac, Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed, Cipe, Fimmg, Fimp, Simeu, Snami e Snr, hanno diffuso per chiedere interventi immediati alla Regione: «Richiamiamo, ancora una volta, le autorità amministrative regionali, per porre in atto con urgenza, se non vogliamo che gli avvenimenti precipitino, di garantire gli ausili necessari per tutti gli operatori sanitari: medici, infermieri, operatori socio sanitari e personale di pulizia, che al momento ne sono privi. La prima regola, in una situazione di gravissima criticità è tutelare chi deve curare e assistere l’intera popolazione», si legge nella nota.

«La situazione è gravissima – denuncia il presidente Sulis –. Ai medici è stato impedito di parlare, ma io non ho bavagli. Ho il dovere di denunciare questa situazione che non può continuare». Secondo il presidente dell’Ordine, non solo mancano gli ausili di protezione per gli operatori: mancano infatti gli interventi essenziali che dovevano essere fatti appena si è saputo del virus: «Serve un intervento immediato di sanificazione degli ospedali – dice –. Va fatto reparto dopo reparto, prima che sia troppo tardi». Ed aggiunge: «Il carico di lavoro sta diventando insostenibile, non è raro che miei colleghi ricevano all’ultimo momento ordini di servizio che comportano repentini spostamenti anche di decine di chilometri dal proprio reparto: è insostenibile». L’appello é chiaro: «Tutti i professionisti della sanità devono essere messi nella condizione di poter svolgere il proprio lavoro in sicurezza e garantire, con la generosità e l’abnegazione dimostrata, di dare il massimo per prevenire, curare e salvare più vite umane possibile. Se ciascuno farà la sua parte riusciremo a vincere questa battaglia».

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