Il gran cuore dei volontari anziani mai lasciati soli
di Michela Cuccu
Gli operatori della Casa del Sole hanno persino aumentato i loro interventi Grazie ad un imprenditore privato della Grande distribuzione buste mai vuote
23 marzo 2020
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ORISTANO. «Usciamo la mattina, prima delle sette, ci diamo un’ora di pausa al pranzo e poi riprendiamo, per rientrare che ormai l’ora di cena è passata da un pezzo»: quella di Antonio Locci è la voce del volontariato che non si ferma.
Co-fondatore de La Casa del Sole, associazione che da anni si occupa dei più poveri, fa parte di una squadra di una decina di altri volontar che vanno e vengono per la città e la provincia e con le loro auto, portano a domicilio beni di prima necessità.
Cibo, prodotti per la pulizia e l'igiene dalla persona, capi di abbigliamento. Da quando, per motivi precauzionali, l'associazione ha chiuso al pubblico la sede di via Carlo Meloni, ora sono loro, i volontari a raggiungere le persone bisognose nelle loro abitazioni.
Non importa che le distanze siano di decine e decine di chilometri: indossano mascherine, guanti e occhiali protettivi, le pettorine con il logo dell'associazione e compilano l'autocertificazione e vanno dove c'è bisogno del loro aiuto. «Le consegne a domicilio non sono una novità per noi e le uscite, a sera tardi, per garantire la riservatezza delle persone, le abbiamo sempre fatte.
Adesso, però, con l'emergenza coronavirus il carico di lavoro per tutti noi del gruppo è aumentato enormemente», dice Locci. Per fortuna, l'associazione in questi anni ha reclutato nuovi volontari non solo di Oristano ma anche della provincia, in questo modo, riescono a far fronte anche alle richieste di aiuto che arrivano dai centri più lontani e isolati.
«Ci eravamo illusi che con il reddito di cittadinanza i nostri assistiti dovessero diminuire, al contrario, sono aumentati – dice ancora Locci – la nostra fortuna è che l'azienda che ci sostiene maggiormente, la Crai, ha aumentato, proprio in questo periodo particolarmente delicato, le forniture all'associazione -dice- è grazie a questo che il nostro magazzino è costantemente rifornito».
Alimenti a lunga conservazione,prodotti freschi, come frutta, verdura e carne, ma anche piatti cucinati e nei giorni fortunati, persino i dolci: nelle buste che i volontari portano a domicilio c'è un po' di tutto.
«Ci sono alcune aziende artigianali, come le gastronomie e i panifici, che hanno continuato a rifornirci anche in questi giorni molto particolari. Inoltre, non mancano i privati cittadini che oltre a partecipare alle campagne di raccolta, ci portano in sede provviste da distribuire. Insomma –dice Locci – la generosità non è venuta meno». Nella dispensa dei volontari mancano però alcuni prodotti particolarmente richiesti: mascherine e guanti. «Sono diventate introvabili, altrimenti le avremmo acquistate», conclude Locci.
Co-fondatore de La Casa del Sole, associazione che da anni si occupa dei più poveri, fa parte di una squadra di una decina di altri volontar che vanno e vengono per la città e la provincia e con le loro auto, portano a domicilio beni di prima necessità.
Cibo, prodotti per la pulizia e l'igiene dalla persona, capi di abbigliamento. Da quando, per motivi precauzionali, l'associazione ha chiuso al pubblico la sede di via Carlo Meloni, ora sono loro, i volontari a raggiungere le persone bisognose nelle loro abitazioni.
Non importa che le distanze siano di decine e decine di chilometri: indossano mascherine, guanti e occhiali protettivi, le pettorine con il logo dell'associazione e compilano l'autocertificazione e vanno dove c'è bisogno del loro aiuto. «Le consegne a domicilio non sono una novità per noi e le uscite, a sera tardi, per garantire la riservatezza delle persone, le abbiamo sempre fatte.
Adesso, però, con l'emergenza coronavirus il carico di lavoro per tutti noi del gruppo è aumentato enormemente», dice Locci. Per fortuna, l'associazione in questi anni ha reclutato nuovi volontari non solo di Oristano ma anche della provincia, in questo modo, riescono a far fronte anche alle richieste di aiuto che arrivano dai centri più lontani e isolati.
«Ci eravamo illusi che con il reddito di cittadinanza i nostri assistiti dovessero diminuire, al contrario, sono aumentati – dice ancora Locci – la nostra fortuna è che l'azienda che ci sostiene maggiormente, la Crai, ha aumentato, proprio in questo periodo particolarmente delicato, le forniture all'associazione -dice- è grazie a questo che il nostro magazzino è costantemente rifornito».
Alimenti a lunga conservazione,prodotti freschi, come frutta, verdura e carne, ma anche piatti cucinati e nei giorni fortunati, persino i dolci: nelle buste che i volontari portano a domicilio c'è un po' di tutto.
«Ci sono alcune aziende artigianali, come le gastronomie e i panifici, che hanno continuato a rifornirci anche in questi giorni molto particolari. Inoltre, non mancano i privati cittadini che oltre a partecipare alle campagne di raccolta, ci portano in sede provviste da distribuire. Insomma –dice Locci – la generosità non è venuta meno». Nella dispensa dei volontari mancano però alcuni prodotti particolarmente richiesti: mascherine e guanti. «Sono diventate introvabili, altrimenti le avremmo acquistate», conclude Locci.