Maschere in 3D, le fanno gli studenti
di Stefano Sulis
La sede di Terralba del De Castro apre le porte per produrre respiratori
25 marzo 2020
2 MINUTI DI LETTURA
TERRALBA. La necessità fa sviluppare idee buone e trasforma l’emergenza in opportunità. Così chi può, mette a disposizione le proprie conoscenze o i propri strumenti per affrontare la crisi sanitaria. L’esempio arriva dalla sede terralbese dell’Istituto di istruzione superiore De Castro che aprirà le proprie porte alla realizzazione di dispositivi respiratori utilizzabili negli interventi di terapia sub-intensiva.
La comunicazione, fatta pervenire alla prefettura di Oristano dal preside dell’Istituto Pino Tilocca, sottolinea che verrà messo a disposizione il laboratorio di stampa a 3D del liceo qualora la situazione di emergenza generata dalla diffusione del contagio lo rendesse necessario. L’iniziativa, immediatamente attivabile, è il frutto della collaborazione instaurata tra l’istituto e il gruppo Sardegna Maker Covid-19, nato spontaneamente in questi giorni e finalizzato a costituire una squadra composta da giovani maker e medici sardi, con l’obiettivo di sviluppare prototipi stampati in 3D utili in queste settimane di battaglia contro la pandemia mondiale generata dal Covid-19.
Il progetto segue la via tracciata dal lavoro del FabLab, un’attività nata nel bresciano che nei giorni scorsi ha stampato proprio in 3D i raccordi per una maschera da sub per poi convertirla in maschera C-PAP ospedaliera, utilizzabile dunque in reparti particolari per situazioni di terapia sub-intensiva. Così, poche ore dopo la pubblicazione dei file online, anche in Sardegna è stato possibile stampare in 3D ed effettuare le opportune verifiche reperendo alcune maschere.
La collaborazione tra l’istituto De Castro e il gruppo Sardegna Maker Covid-19 permetterà, nel caso in cui le necessità lo dovessero richiedere, di procedere in maniera immediata all’attivazione della produzione dei dispositivi di ausilio alla respirazione. Il gruppo in questione è stato fondato da Maurizio Naletto, Marco Sotgia, Giacomo Melis, Alessandro Ariu e Giulia Pani e, a conferma dell’importanza dell’iniziativa, dopo pochi giorni dalla sua creazione ha già dato vita, a livello regionale, a una considerevole serie di collaborazioni mirate a supportare con le proprie professionalità l’intervento di contrasto alla diffusione dell’epidemia.
La speranza è che non si arrivi a dover attivare la collaborazione, significherebbe che l’emergenza è risolta o forse mai arrivata sin qui.
La comunicazione, fatta pervenire alla prefettura di Oristano dal preside dell’Istituto Pino Tilocca, sottolinea che verrà messo a disposizione il laboratorio di stampa a 3D del liceo qualora la situazione di emergenza generata dalla diffusione del contagio lo rendesse necessario. L’iniziativa, immediatamente attivabile, è il frutto della collaborazione instaurata tra l’istituto e il gruppo Sardegna Maker Covid-19, nato spontaneamente in questi giorni e finalizzato a costituire una squadra composta da giovani maker e medici sardi, con l’obiettivo di sviluppare prototipi stampati in 3D utili in queste settimane di battaglia contro la pandemia mondiale generata dal Covid-19.
Il progetto segue la via tracciata dal lavoro del FabLab, un’attività nata nel bresciano che nei giorni scorsi ha stampato proprio in 3D i raccordi per una maschera da sub per poi convertirla in maschera C-PAP ospedaliera, utilizzabile dunque in reparti particolari per situazioni di terapia sub-intensiva. Così, poche ore dopo la pubblicazione dei file online, anche in Sardegna è stato possibile stampare in 3D ed effettuare le opportune verifiche reperendo alcune maschere.
La collaborazione tra l’istituto De Castro e il gruppo Sardegna Maker Covid-19 permetterà, nel caso in cui le necessità lo dovessero richiedere, di procedere in maniera immediata all’attivazione della produzione dei dispositivi di ausilio alla respirazione. Il gruppo in questione è stato fondato da Maurizio Naletto, Marco Sotgia, Giacomo Melis, Alessandro Ariu e Giulia Pani e, a conferma dell’importanza dell’iniziativa, dopo pochi giorni dalla sua creazione ha già dato vita, a livello regionale, a una considerevole serie di collaborazioni mirate a supportare con le proprie professionalità l’intervento di contrasto alla diffusione dell’epidemia.
La speranza è che non si arrivi a dover attivare la collaborazione, significherebbe che l’emergenza è risolta o forse mai arrivata sin qui.