cabras
Ordinanza mascherine, è caos
Nuova comunicazione del sindaco dopo i dubbi e le incomprensioni
26 marzo 2020
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CABRAS. C’è confusione fra i residenti sulle nuove regole messe a punto dal sindaco Andrea Abis e comunicate sabato sera con una diretta sulla pagina Facebook del Comune. Restrizioni più severe che riguardano due aspetti: l’obbligo di mascherina e il numero di ingressi al supermercato per la spesa.
Dopo le spiegazioni social del primo cittadino il passaparola ha scatenato un mescolarsi di informazioni non sempre veritiere; addirittura c’è chi, privo di mascherina, teme di non potersi più spostare di casa. «Il dispositivo è obbligatorio solo all’interno di negozi e uffici pubblici e privati – specifica Abis – comprese le file d’attesa all’esterno dei locali e quando si è in presenza di altre persone. Per portare a spasso il cane nei 15 minuti concessi dalla normativa, l’obbligo della mascherina non c’è perché si deve andare da soli senza entrare in contatto con altri».
Nei supermercati, dopo le polemiche dei primi giorni, le file sono più composte, «ma la scarsa percezione del problema fra i clienti è tanta – afferma Francesco Caria, 36 anni, responsabile del punto vendita Crai – alcuni si lamentano del fatto che le nuove norme ci stanno riportando al Ventennio. Altri non ne vogliono sapere di indossare la mascherina dentro il negozio. Siamo noi a obbligarli». Dubbi anche per le annotazioni sulla nuova cartella della spesa, indispensabile per acquistare gli alimenti. I commessi lamentano poca chiarezza nelle comunicazioni ricevute dal Comune. «Avevamo capito che il limite massimo per famiglia fosse di due ingressi al supermercato a settimana – dichiara Gianni Casula, 37 anni, dipendente dell’Eurospin – io stesso ho spiegato questo dettaglio ai clienti. Invece oggi ho scoperto che ogni nucleo familiare di almeno due persone può avere anche due cartelle, perciò la spesa in quel caso può essere fatta quattro volte a settimana». I volontari che all’esterno dei supermercati danno una mano nella compilazione delle cartelle, confermano la presenza di persone provenienti da altri comuni: «Si sono presentati clienti anche da San Vero Milis nonostante il divieto di spostarsi da un comune all’altro – dice Francesco Maccioni, 48 anni, professione educatore e attualmente fra i volontari – per fortuna dopo avergli fatto notare che non avrebbero dovuto spostarsi, hanno deciso di fare dietrofront». (v.atzeni)
Dopo le spiegazioni social del primo cittadino il passaparola ha scatenato un mescolarsi di informazioni non sempre veritiere; addirittura c’è chi, privo di mascherina, teme di non potersi più spostare di casa. «Il dispositivo è obbligatorio solo all’interno di negozi e uffici pubblici e privati – specifica Abis – comprese le file d’attesa all’esterno dei locali e quando si è in presenza di altre persone. Per portare a spasso il cane nei 15 minuti concessi dalla normativa, l’obbligo della mascherina non c’è perché si deve andare da soli senza entrare in contatto con altri».
Nei supermercati, dopo le polemiche dei primi giorni, le file sono più composte, «ma la scarsa percezione del problema fra i clienti è tanta – afferma Francesco Caria, 36 anni, responsabile del punto vendita Crai – alcuni si lamentano del fatto che le nuove norme ci stanno riportando al Ventennio. Altri non ne vogliono sapere di indossare la mascherina dentro il negozio. Siamo noi a obbligarli». Dubbi anche per le annotazioni sulla nuova cartella della spesa, indispensabile per acquistare gli alimenti. I commessi lamentano poca chiarezza nelle comunicazioni ricevute dal Comune. «Avevamo capito che il limite massimo per famiglia fosse di due ingressi al supermercato a settimana – dichiara Gianni Casula, 37 anni, dipendente dell’Eurospin – io stesso ho spiegato questo dettaglio ai clienti. Invece oggi ho scoperto che ogni nucleo familiare di almeno due persone può avere anche due cartelle, perciò la spesa in quel caso può essere fatta quattro volte a settimana». I volontari che all’esterno dei supermercati danno una mano nella compilazione delle cartelle, confermano la presenza di persone provenienti da altri comuni: «Si sono presentati clienti anche da San Vero Milis nonostante il divieto di spostarsi da un comune all’altro – dice Francesco Maccioni, 48 anni, professione educatore e attualmente fra i volontari – per fortuna dopo avergli fatto notare che non avrebbero dovuto spostarsi, hanno deciso di fare dietrofront». (v.atzeni)