La Nuova Sardegna

Oristano

La Regione: «Oncoematologia, caso isolato»

di Michela Cuccu
La Regione: «Oncoematologia, caso isolato»

L’Ats consente le cure solo alla paziente che si era rivolta al giudice: «Il servizio non è autorizzato»

27 marzo 2020
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ORISTANO. Primi riscontri all’ordinanza del giudice della sezione Lavoro del tribunale che ha dato ragione alla paziente che si era vista negare la chemioterapia con farmaci sperimentali al San Martino. La Direzione regionale della Sanità, attraverso una nota del direttore del Servizio, Donatella Garau, ha chiesto all’Ats «di provvedere all’immediata somministrazione della terapia» all’ospedale oristanese. È il risultato della battaglia della paziente che aveva interrotto le cure perché non se la sentiva più di affrontare le continue trasferte verso il San Francesco di Nuoro dove le venivano somministrati i farmaci dopo che a Oristano non aveva potuto proseguire più le cure.

Il suo però è destinato a rimanere un caso isolato, almeno per quel che riguarda il San Martino. Nella lettera che la direttrice del servizio regionale ha inviato al Commissario straordinario dell’Ats Giorgio Steri, al direttore generale dell’Assl Mariano Meloni e al direttore del dipartimento del farmaco, è contenuto un passaggio molto chiaro: «L’ordinanza è applicabile al caso di specie, pertanto si conferma che il Servizio di ematologia di Oristano non è autorizzato alla somministrazione di medicinali a indicazione onco-ematologica». Più o meno come dire che, siccome quello del San Martino non è un reparto riconosciuto come tale dalla Regione, questa potrebbe essere la prima e l’unica volta che un paziente venga trattato con farmaci sperimentali. La nota precisa: «Al fine di non creare disservizi ai pazienti già in trattamento farmacologico presso tale Servizio è fatto divieto avviare nuovi trattamenti e i pazienti dovranno essere inviati ai centri autorizzati».

Se la battaglia legale condotta dalla paziente, assistita dall’avvocata Rossella Oppo è andata a buon fine, la strada da percorrere è ancora lunga. Il consigliere regionale Emanuela Cera ha annunciato un proprio intervento perché questa grave lacuna possa essere colmata. «Rammarica la miopia di chi ha costretto una paziente a dover ricorrere al tribunale», è il commento di Adiconsum, Komunque donne, Le belle donne, CittadinanzAttiva e Ail, che erano state al fianco della battaglia della signora.

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