La Nuova Sardegna

Oristano

cabras 

Diminuiscono i controlli, pescatori di frodo fanno razzia di ricci

di Valentina Atzeni
Diminuiscono i controlli, pescatori di frodo fanno razzia di ricci

CABRAS. L’emergenza sanitaria non spaventa i bracconieri del mare, che in questo periodo stanno intensificando i loro raid. Le segnalazioni che giungono al personale dell’Area Marina Protetta del...

03 aprile 2020
2 MINUTI DI LETTURA





CABRAS. L’emergenza sanitaria non spaventa i bracconieri del mare, che in questo periodo stanno intensificando i loro raid. Le segnalazioni che giungono al personale dell’Area Marina Protetta del Sinis sono costanti e molte riguardano prelievi illegali di ricci nei pressi dell’Isola di Mal di Ventre. Il numero ridotto dei controlli dà molta sicurezza ai pescatori abusivi, che stanno facendo incetta di esemplari. «Hanno cambiato i loro orari abituali. Se prima aspettavano la notte per non essere visti, adesso scelgono momenti della giornata più comodi, perché sanno che non vi sono controlli». Lo afferma il direttore dell’Amp Massimo Marras.

Le segnalazioni non bastano a fermare l’attività illegale in quanto una volta avvisati, gli uomini della Capitaneria di porto impiegano sessanta minuti per giungere sul posto. Un tempo lunghissimo all’interno del quale i pescatori, grazie a un sistema di vedette ben organizzato, riescono a spostarsi. L’Isola di Mal di Ventre, zona a tutela integrale, è a soli 200 metri dall’area in cui è consentito il prelievo di ricci. È sufficiente poi rispettare il numero limite di prelievo imposto dalla normativa per non incorrere in sanzioni. Facile anche tornare a terra e sistemare il pescato nelle autovetture, andando via col bottino prima dell’arrivo dell’unità navale di controllo.

«Le verifiche vengono fatte soprattutto a terra – continua Marras – ma fino al 15 aprile, termine ultimo per la pesca del riccio di mare, le ammende riguardano solo chi pesca più di mille ricci a persona». Complicato ricevere informazioni dalla Capitaneria: anche l’ufficio di polizia marittima ha subito una riduzione del personale a causa dell’emergenza Covid. Gli operatori dell’Amp, insieme ai ricciai autorizzati, possono fare da deterrente, ma la pesca illegale è di difficile contenimento. «Quest’anno a causa dei problemi causati dall’emergenza non siamo riusciti a ottenere le autorizzazioni che chiedevamo al Ministero dell’Ambiente. Puntavamo sulla proroga proprio perché i ricciai, oltre alla funzione economica e sociale, in parte bloccano l’attività illegale. Di questo passo quest’anno non ci sarà alcun fermo biologico».

La soluzione potrebbe essere quella di creare un presidio della guardia costiera a Mandriola, così il tempo di percorrenza dalla costa al punto di maggior prelievo in zona protetta sarebbe estremamente ridotto. La sola presenza degli uomini della Capitaneria farebbe da freno ai pescatori di frodo.

«Sarebbe l’ideale, ma ci sono difficoltà logistiche e di sicurezza da affrontare prima della sua creazione – afferma il direttore dell’Amp – esiste un piano d’azione realizzato lo scorso anno dalla Capitaneria di porto, su richiesta del Ministero dell’Ambiente.

In Primo Piano
La mappa

Sardegna 15esima tra le regioni per reddito imponibile, Cagliari la città “più ricca”

Le nostre iniziative