La Nuova Sardegna

Oristano

Coronavirus, i sindacati dei medici: «La nostra vita vale meno di una mascherina»

Enrico Carta
Coronavirus, i sindacati dei medici: «La nostra vita vale meno di una mascherina»

Contestata la classificazione dei rischi per il personale sanitario fatta dall’Ats

18 aprile 2020
2 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. «Artificiosa, pericolosa e non in linea con le direttive ministeriali e tanto meno con quelle delle società scientifiche». Il riferimento è ai criteri della classificazione del rischio che l’Azienda regionale per la tutela della salute ha attribuito alle varie categorie. Si parla di tutela e sicurezza dei medici e la classficazione «dimostra incogruenza e superficialità». Le parole sono quelle di tutte le sigle sindacali e sono rivolte proprio all’Ats, responsabile di come siano stati stabiliti i criteri per l’assegnazione di questo o quel dispositivo di protezione alle varie categorie di medici.

Serve un esempio per rendere più chiaro il tutto e Fp Cgil, Anao-Assomed, Cimo-Fessmed, Snr, Aroi, Uil Medici lo fanno immediatamente: «Gli otorinolaringoiatri, che devono esplorare le prime vie aeree dei pazienti, a diretto contatto con secrezioni che rappresentano uno dei veicoli più pericolosi di trasmissione del contagio, sono inseriti in una classe di rischio basso, come gli endoscopisti; mentre gli oculisti e i neurochirurghi nemmeno vengono menzionati. Allo stesso modo la radiologia, con i tecnici che eseguono le radiografie del torace, primo passo diagnostico strumentale dei pazienti sospetti e accertati Covid19, a stretto contatto con essi, sono considerati a basso rischio, a differenza di quanto succede in altre regioni».

La curiosità è tanta e infatti le sigle sindacali si pongono immediatamente una domanda: «Chi ha stabilito questa tabella di rischio e in base a quali criteri?». Chi l’ha fatto avrebbe dovuto tenere conto del fatto che in Sardegna l’85% dei casi di contagio si è manifestato in ambito ospedaliero, come dimostra l’ultimo avvenuto nel reparto di chirurgia del Policlinico universitario di Cagliari, struttra «peraltro classificata a basso rischio».

La richiesta è di dotare dei dispositivi di protezione proporzionati con il rischio tutti gli operatori sanitari che vengono a contatto con il pubblico. «Per quel riguarda le mascherine – spiegano i sindacati – esse non possono essere di rango inferiore alle FFP2 per le fasce meno a rischio o alle FFP3 per le fasce a maggior rischio. Siamo ben consapevoli che le nostre proposte possono non essere allineate alle indicazioni dell’Istituto superiore di sanità. Riteniamo però che le stesse indicazioni siano eccessivamente minimaliste e ispirate non a criteri scientifici validati, ma piuttosto alla scienza del “di più non possiamo fare” e all’etica del “non ho abbastanza mascherine” piuttosto che all’etica della tutela della vita fisica dell’operatore e, conseguentemente del paziente. Per tale ragione ci preme sottolineare che non siamo disposti a considerare le nostre vite o quelle dei nostri iscritti di minor valore rispetto a quello di una mascherina».

In Primo Piano
Politica

Sanità, liste d’attesa troppo lunghe La Regione: «Faremo interventi strutturali»

Le nostre iniziative