La Nuova Sardegna

Oristano

le parole dell’arcivescovo 

«I professori di religione diano risposte ai loro ragazzi»

«I professori di religione diano risposte ai loro ragazzi»

ORISTANO. I docenti di religione siano di supporto agli studenti, soprattutto in questo periodo di pandemia. Le parole non sono esattamente queste, ma è il senso della lunga lettera che l’arcivescovo...

25 aprile 2020
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ORISTANO. I docenti di religione siano di supporto agli studenti, soprattutto in questo periodo di pandemia. Le parole non sono esattamente queste, ma è il senso della lunga lettera che l’arcivescovo Roberto Carboni ha rivolto agli insegnanti di religione delle scuole che si trovano all’interno delle diocesi di Oristano e Ales. In questo periodo particolare anche i ragazzi e giovani sono messi di fronte alla fragilità e alla morte propria e delle persone care. Per questo l’arcivescovo esorta i docenti di religione a dare risposte alle loro esigenze e curiosità, invitandoli a «far emergere dai ragazzi tante domande, sul senso di una realtà che ci interroga, senza la pretesa di dare affrettatamente delle risposte, ma piuttosto stimolare e suscitare la loro ricerca, l’approfondimento, in vista del reale interesse per la loro crescita umana e cristiana».

I giovani stimolati alla riflessione, ma anche intimoriti dalle tante notizie che continuamente li bombardano, si interrogano su più questioni. L’arcivescovo ne presenta alcune: «Che peso avrà nel futuro l’esperienza di questo virus? Perché è successo? Come sarà il domani? Cambierà qualcosa? Insieme ad altre domande che toccano la fede: perché Dio non ferma la pandemia? Perché la vita umana è così fragile e come si può realmente proteggere? Come trovare nella scienza una risorsa reale che possa proteggerci senza fallire?». Secondo la guida pastorale delle due diocesi, «La crisi che stiamo vivendo investe molteplici ambiti: da quello sanitario a quello economico, da quello relazionale per arrivare alla dimensione della fede nel suo vissuto personale e comunitario. Si riaccendono le domande di senso – scrive – che abitano nel cuore di ciascuno e alle quali dobbiamo far fronte non solo per noi stessi ma anche nel desiderio di aiutare gli altri e, nel vostro ambito, i ragazzi che vi sono stati affidati come alunni». (m.c.)

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