La Nuova Sardegna

Oristano

Coronavirus: Ardia di Sedilo sempre più a rischio, niente festa di Sant’Isidoro

di Maria Antonietta Cossu
Coronavirus: Ardia di Sedilo sempre più a rischio, niente festa di Sant’Isidoro

Il 6 e 7 luglio si avvicinano e crescono le probabilità che la corsa non si svolga

03 maggio 2020
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SEDILO. Sull’Ardia 2020 è ancora nebbia fitta. Le caute aperture previste in avvio di fase due al momento non lasciano intravedere spiragli sullo svolgimento in condizioni di sicurezza di una manifestazione che prevede grandi assembramenti sia tra gli spettatori che tra i cerimonieri. E più il tempo passa più si assottigliano le possibilità per la comunità e gli organizzatori di onorare la tradizione.

Uno dei termometri di questo clima d’incertezza è la prudenza del parroco, che ha preso ancora tempo per decidere se comunicare o meno i nomi delle due pandele designate alla guida dell’Ardia a cavallo e a piedi. A Pasqua don Battista Mongili non aveva svelato l’identità dei prescelti posticipando l’annuncio almeno fino al 3 maggio e subordinandolo comunque a condizioni meno incerte.

Di fatto la situazione è rimasta immutata e questo ha decretato l’ennesimo rinvio. «C’è più buio che luce», è l’amara constatazione del sacerdote, che oggi non scioglierà le riserve sulla proclamazione dei capicorsa. «Sto valutando l’opportunità di temporeggiare ancora un po’, viste anche le interlocuzioni tra il governo e la Conferenza episcopale italiana. È certo, invece, che non si terrà la festa di Sant’Isidoro nella forma consueta. Il 15 maggio sarà officiata solo la messa senza popolo», anticipa don Mongili.

In paese la processione in onore del protettore delle campagne è considerata una sorta di anteprima della spettacolare cavalcata di luglio per via dell’uscita pubblica delle pandele, che sfilano in corteo insieme agli altri cavalieri e al resto dei fedeli. I divieti di assembramento e di celebrare le cerimonie religiose in presenza di pubblico permarranno per altre due settimane come minimo, salvo che nel frattempo emergano novità su eventuali deroghe ai decreti in vigore da domani. Anche in quel caso, comunque, sarebbero da valutare le modalità di partecipazione dei fedeli, che verosimilmente sarebbero ammessi solo in numero limitato.

È una formula che il parroco non ritiene applicabile a un evento di grande richiamo come l’Ardia. Per don Mongili l’ipotesi di una partecipazione circoscritta alle sole tre pandele e interdetta ad altri cavalieri, ai pellegrini e agli spettatori appare remota. «Un’Ardia in forma intima mi sembra di difficile gestione, o perlomeno sarebbe complicato impedire di assistere a chi eventualmente volesse farlo. Temo si possano creare problemi di ordine pubblico e in quel caso noi non saremmo in grado di evitarlo. Altro discorso sarebbe se fossero cooptate le forze dell’ordine», conclude il parroco, che ha già chiarito di preferire l’eventualità di rimandare tutto al prossimo anno confermando le stesse pandele se il 6 e il 7 luglio le condizioni di sicurezza, e quindi la normativa anti-covid, non consentiranno il normale svolgimento della festa.

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