La Nuova Sardegna

Oristano

Da Laconi a Betlemme, il ricordo del medico-eroe

di Ivana Fulghesu
Da Laconi a Betlemme, il ricordo del medico-eroe

L’ex sindaco Paolo Pisu promette una commemorazione pubblica per Nabeel Il medico palestinese è stato il primo sanitario a morire a causa del Covid-19

08 maggio 2020
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LACONI. Un bravo medico capace di ascoltare i suoi pazienti, ma anche un uomo straordinariamente attivo e impegnato per la pace e la difesa della sua terra d’origine, la Palestina. È il ricordo dell’ex sindaco di Laconi Paolo Pisu che, a quasi un mese dalla scomparsa di Nabeel Kahir prima vittima del coronavirus tra i medici sardi racconta il profondo legame costruito in 40 anni con il medico palestinese e le tante battaglie insieme. Nabeel Kahir, per tanti anni studente di medicina a Cagliari, faceva parte della “brigata” di palestinesi inviati a studiare in Sardegna, soprattutto medicina e ingegneria, per essere poi pronti a tornare nella loro terra con professioni e formazione utili alla nascita dello Stato Palestinese. Purtroppo Nebeel non ha potuto realizzare il suo obiettivo primario, ma il tempo lo ha fatto diventare sardo, più sardo dei sardi. È rimasto qui, con la sua terra nel cuore. Il medico aveva prestato servizio di guardia medica a Laconi e aveva partecipato alle iniziative della Tavola Sarda della Pace e alla tradizionale Marcia Gesturi - Laconi. «Nabeel – ricorda Pisu, tanti anni fa dirigente di Democrazia Proletaria Sarda – l’ho conosciuto da quando, alla fine degli anni ’70, e poi negli anni ’80, dirigeva i Giovani Universitari Palestinesi in Sardegna. Tanti i ricordi: le manifestazioni, proteste, iniziative. Un momento importante, in particolare per il coinvolgimento popolare, è stata la scelta dell’ANCI Sardegna di realizzare il progetto Sardegna – Palestina, che consisteva nel contribuire a realizzare una scuola d’infanzia per bambini e la biblioteca. In questa iniziativa si colloca, nel 2001, anche il gemellaggio tra Laconi e Beit Sahour, paese natale di Nabeel, vicino a Betlemme. «Conserviamo una bellissima foto – ricorda Pisu- dove col Consiglio comunale in piazza, la popolazione, il Parroco Padre Giovanni Zedda e i frati del Convento di Laconi dei Cappuccini, vi era il Sindaco di questa cittadina, Fuad Kokaly, il primo segretario dell’ambasciata dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina Alì Rachid e Padre Ibrahin Faltas, rappresentante dei Francescani in Terrasanta, che celebrò anche la Messa. Presente anche a questo incontro Nabeel, che non intervenne. Questo mi colpì molto, dopo l’impegno che aveva profuso; mi fece capire che a lui non interessava apparire, ma soltanto raggiungere concreti risultati per la causa palestinese, la pace e la fratellanza tra i popoli. Nei giorni scorsi proprio da Beit Sahour – fa sapere l’ex primo cittadino laconese – mi sono arrivati messaggi di tanti amici e di suo fratello che verrà in Italia non appena possibile. Esprimo la mia la vicinanza alla famiglia – conclude Pisu – con l’impegno a onorare pubblicamente Nabeel quando le ristrettezze della pandemia saranno superate».

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