La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano, «Medici ancora senza tamponi»

Michela Cuccu
Oristano, «Medici ancora senza tamponi»

Duro attacco dell’Ordine e di Articolo Uno alla Regione per la situazione delle strutture sanitarie

11 maggio 2020
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ORISTANO. Due positivi al Coronavirus in meno di 24 ore e tutti all’interno di strutture sanitarie. Il primo caso è quello dell’infermiera del reparto di Cardiologia del San Martino di cui già è stata data notizia sul giornale di ieri. Poche ore più tardi il sindaco fa sapere che anche il tampone di un medico di guardia del centro di riabilitazione Santa Maria Bambina ha dato risultato positivo. Entrambi non hanno sintomi ma, come sempre avviene in questi casi, sono stati messi in isolamento domiciliare e sono stati fatti tamponi ai colleghi, ai pazienti dei reparti, ai conviventi e alle persone che sono state di recente a stretto contatto con loro.

Di sicuro, in città è di nuovo alto il livello di preoccupazione, considerato che da diversi giorni non si registravano più positività al Covid-19. Inevitabilmente sono arrivate le critiche sui metodi fino a oggi adottati per lo screening, soprattutto per quel che riguarda il personale sanitario che è anche il più esposto al rischio di contagio. «Ancora una volta i fatti dimostrano che abbiamo avuto ragione a denunciare a suo tempo la grave inadeguatezza nelle modalità di gestione della pandemia a livello regionale e locale», dice il presidente dell’Ordine provinciale dei medici, Antonio Sulis.

L’Ordine sollecita «con urgenza e immediatezza, la procedura di screening e tamponi a tutto il personale sanitario del San Martino e dell'intero territorio». Sulis si rivolge direttamente al presidente della giunta regionale: «Intervenga sull’Ats e sull’assessore alla Sanità, poiché non si può lavorare senza la sicurezza necessaria sia per il personale che per i pazienti. Anche questi ultimi debbono essere sottoposti a tampone prima dell’ingresso nei reparti ospedalieri. Rischiamo che la Fase 2 regredisca alla 1 con un danno disastroso, sanitario ed economico».

Critiche durissime arrivano anche da Luca Pizzuto, segretario regionale di Articolo Uno: «Solo adesso, a quaranta giorni dall’inizio della Fase 1 il personale del San Martno è stato sottoposto ai tamponi», afferma ponendo tanti dubbi su quanto sta accadendo nella sanità oristanese. Riferendosi infatti al caso dell’infermiera di Cardiologia scrive: «Se fosse vera l’indiscrezione che si tratta di un caso di circa un mese fa, chi potrà dire a coloro che sono venuti in contatto con l’operatrice per tutto questo tempo che si è trattata di una fatalità?». Certo è un’ipotesi allarmante e da questa nascono anche le accuse al governo regionale: «Dal presidente della Giunta che straparla a ruota libera, all’assessore alla Sanità che non ne fa una giusta e non sa controllare le cose che fanno gli altri, ai direttori di Assl che non sanno che pesci prendere, la gestione di questa crisi a livello regionale è davvero fallimentare».

La denuncia di Pizzuto è durissima: «La Sardegna ha avuto un tasso incredibilmente alto di infetti tra gli operatori sanitari, ciò dimostra che coloro che stavano in trincea e avrebbero dovuto essere maggiormente protetti sono stati abbandonati a se stessi, contro il virus e le inefficienze della sanità sarda. E se da noi la pandemia non ha avuto i risvolti drammatici che altre regioni hanno conosciuto, non lo si deve alla politica regionale, ma alla grande responsabilità dei sardi e delle loro famiglie nell’osservare le prescrizioni».

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