La Nuova Sardegna

Oristano

Niente salvagente per il Deledda

di Maria Antonietta Cossu
Niente salvagente per il Deledda

A Paulilatino il Comune è costretto a restituire i fondi regionali per l’acquisizione del teatro

20 maggio 2020
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PAULILATINO. In genere sono sempre pochi. Questa volta sono addirittura troppi, eppure l’effetto è lo stesso. Paradossalmente l’intervento pubblico si dovrà fermare, perché i calcoli prevedevano uno stanziamento di molto in eccesso rispetto a quella che realmente serve. L’esito è comunque quello che nessuno avrebbe voluto e cioè che il Comune è costretto a una brusca frenata nell’operazione di salvataggio del teatro Grazia Deledda.

L’amministrazione locale ha infatti revocato la delibera con cui lo scorso dicembre aveva formalmente accettato il finanziamento concesso dalla Regione per l’acquisizione dell’immobile di proprietà del Teatro Instabile. Il provvedimento è stato adottato in via cautelativa perché sarebbero venute meno le condizioni per procedere alla transazione senza incorrere nel rischio di procurare un danno all’erario.

A questa conclusione gli amministratori sono arrivati sulla base delle verifiche effettuate dagli uffici che si stavano occupando del procedimento relativo all’acquisizione. Secondo i termini pattuiti con la Regione, per entrarne in possesso il Comune avrebbe dovuto usare il contributo da un milione e 300mila euro trasferito nelle sue casse con il quale si prevedeva anche di sanare i debiti della compagnia paulese e formalizzare l’atto d’acquisto dal notaio.

Nel frattempo è però emerso che il valore del teatro pignorato e poi finito all’asta era sceso a 113mila euro. Una cifra nettamente inferiore rispetto a quella inizialmente preventivata e in base alla quale era stato quantificato lo stanziamento regionale. La procedura di asta pubblica ha poi avuto come conseguenza che non siano più in piedi gli altri debiti e che quindi non siano più da restituire le somme non ancora versate alla banca, le pendenze della compagnia teatrale con l’Agenzia delle Entrate e altre passività pregresse.

La sostanziale differenza tra l’esborso ipotizzato all’inizio, la cancellazione dei vari debiti e la drastica svalutazione del prezzo intervenuta dopo due aste andate deserte ha imposto all’amministrazione un atteggiamento prudente per evitare i problemi che un domani sarebbero potuti insorgere se l’ente locale fosse stato chiamato a giustificare una spesa milionaria a fronte della possibilità di risparmiare quasi dieci volte tanto. Da qui la decisione di annullare gli atti precedenti e di rimettere le decisioni alla Regione, cui è stato trasmesso l’atto di revoca passato lunedì in consiglio comunale.

Questo comporterà inevitabilmente la restituzione dei fondi. «Aspettiamo di ricevere nuove direttive, al momento non possiamo sapere quali soluzioni potrebbero essere prese in considerazione – spiega il vicesindaco Serafino Oppo –. Abbiamo agito in via precauzionale, perché un ipotetico danno erariale o una causa legale avrebbero comportato delle responsabilità per gli amministratori. La volontà è sempre quella di salvare il terzo polo teatrale della Sardegna perché, sebbene realizzato dai privati, è un bene della collettività. Ci sono delle buste paga e ma c’è anche un valore identitario da considerare. Attendiamo le indicazioni della Regione».

La restituzione dei fondi alla Regione è quindi l’unica strada possibile. In ballo, inoltre, ci sarebbe sempre la costituzione di un sodalizio tra il Teatro Instabile e le altre piccole compagnie sarde, che insieme potrebbero rilevare l’immobile partecipando all’asta, attualmente sospesa in forza di un vecchio accordo tra la compagnia paulese e la banca. Insomma, il destino del Grazia Deledda è ancora tutto da scrivere.

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