La Nuova Sardegna

Oristano

Stagionali senza sussidio e multati dopo il sit in

di Davide Pinna
Stagionali senza sussidio e multati dopo il sit in

Sanzione da 400 euro per aver provato ad affiggere dei manifesti in Comune «Distanze rispettate. Ci sono i filmati, ma ce li negano». L’opposizione attacca

21 maggio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Un po’ come Martin Lutero, quando inchiodò sul portone della cattedrale di Wittenberg le 95 tesi che diedero il via alla Riforma protestante, volevano solo affiggere dei cartelli all’ingresso di Palazzo degli Scolopi per manifestare le proprie perplessità sulle misure economiche di sostegno a chi ha patito le difficoltà economiche provocate dalla serrata. Per cinque disoccupati oristanesi è arrivata però la beffa: sono stati sanzionati con una multa da 400 euro a testa per aver violato il divieto di assembramento. La denuncia arriva dai consiglieri comunali di centro sinistra, Maria Obinu ed Efisio Sanna del Partito Democratico e l’indipendente Francesco Federico. «L’episodio ci ha lasciati profondamente amareggiati» spiegano i tre consiglieri di minoranza, che fanno appello al sindaco Lutzu affinché faccia chiarezza sui fatti.

«Oltre alla gravità dell’episodio determinata dalla lesione dei diritti di libero dissenso e di manifestazione del disagio – spiegano i tre consiglieri –, c’è da registrare il fatto che il palazzo comunale è stato reso inaccessibile fino al 31 luglio». Questa decisione impedirebbe ai cittadini il confronto diretto con l’amministrazione.

I fatti si sono verificati il 4 maggio, il giorno del primo allentamento delle misure di quarantena. Cinque amici, accomunati dalla disoccupazione provocata dalla serrata, si erano dati appuntamento davanti al municipio per affiggere dei cartelli che contenevano domande sui contributi economici e su altri temi, politici e sanitari, legati all’emergenza.

«Avevamo tutti la mascherina o foulard sul volto e abbiamo rispettato le distanze» spiega Federico Figus, uno dei cinque. In poco tempo sono arrivate però le forze dell’ordine: «Erano dieci, due agenti della polizia locale e otto poliziotti. Insomma, l’assembramento si è verificato solo dopo il loro intervento». Partono le identificazioni di rito e quattro giorni dopo viene recapitata a casa la sanzione da 400 euro, comminata dalla polizia.

I cinque, assistiti nel ricorso dall’avvocato Filippo Cogotti, chiedono di aver accesso alle videoregistrazioni degli impianti di sorveglianza, per dimostrare di aver mantenuto le distanze, ma ricevono un primo rifiuto, giustificato con il fatto che l’accesso è consentito solo per i reati e non per le sanzioni amministrative. Alla seconda richiesta, nuovo diniego. «Ci hanno detto che le registrazioni non esistevano più» racconta ancora Federico Figus. «Perché siamo stati sanzionati? Non abbiamo violato alcuna disposizione», questa la domanda che i cinque pongono oggi alle istituzioni.

Al momento non sono stati contattati direttamente da alcun esponente dell’amministrazione comunale, ma sono disponibili a chiarire: «Il sindaco può confrontarsi con il nostro avvocato» afferma Figus, che ha perso il suo lavoro stagionale in Puglia. «Io e tanti altri, pur trovandoci in difficoltà economica, non abbiamo diritto ad alcuuno dei contributi erogati negli ultimi mesi. Il giorno in cui abbiamo fatto il sit in volevamo richiamare l’attenzione su questo fatto, nel rispetto delle regole di distanziamento».

Il risultato? Nessuna risposta ai loro quesiti, ma una sanzione che aggrava una situazione economica già di per sé molto complicata. Dodici giorni dopo, peraltro, un numero uguale di consiglieri comunali si era radunato sempre in piazza Eleonora per una conferenza stampa: in quel caso però non si è registrato alcun intervento da parte delle forze dell’ordine.

In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative