La Nuova Sardegna

Oristano

Un Museo straordinario, ben oltre Arceri e Pugili

CABRAS. Negli ultimi due anni, tra il Museo civico e l’area archeologica di Tharros, gli ingressi sono stati poco meno di 400 mila. Il 2020 doveva far crescere quei numeri, invece è arrivato il...

03 giugno 2020
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CABRAS. Negli ultimi due anni, tra il Museo civico e l’area archeologica di Tharros, gli ingressi sono stati poco meno di 400 mila. Il 2020 doveva far crescere quei numeri, invece è arrivato il Coronavirus e ha fermato tutto. L’ultimo accesso al museo era stato agli inizi di marzo, poi la chiusura e la perdita di 55 mila presenze. Carla Del Vais è la direttrice del museo. Come tutti confida nella ripartenza, ma sa anche che se non arriveranno i turisti riannodare il filo interrotto dal Covid-19, sarà un’impresa ardua. La speranza è riposta nei sardi, i quali sono invitati a riprendersi i loro spazi. Il museo viene associato, con troppa facilità, alla statuaria di Monte ‘e Prama, ma da vedere, nella ricca esposizione, c’è anche molto altro. «In realtà si parla soltanto dei Giganti, che rappresentano sicuramente un momento importantissimo della storia del Sinis che inizia nel neolitico medio e prosegue fino all’età alto medievale – sottolinea Del Vais – ma noi abbiamo un’esposizione reperti provenienti da alcuni dei siti più interessanti a livello regionale e nazionale. Come quelli rinvenuti nei siti di “Cuccuru is arrius”, quinto millennio Avanti Cristo (dove si trova l’unico tempio a pozzo del territorio), di “Sa Osa”, Tharros (con i materiali rivenuti dagli anni 70) e dall’isola di Mal di Ventre». (pi.maro)

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