La Nuova Sardegna

Oristano

Scivolone su Mont'e Prama: «Era una tomba dei giganti»

Claudio Zoccheddu
Scivolone su Mont'e Prama: «Era una tomba dei giganti»

E' scritto su una rivista finanziata dalla Regione e destinata agli aeroporti, lo svarione segnalato da una guida turistica

07 giugno 2020
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SASSARI. È una storia misteriosa e complicata, al punto che anche gli studiosi più esperti ci vanno con i piedi di piombo. E come capita in questi casi, uno scivolone fa tanto rumore. Figuriamoci poi se, all'improvviso, una rivista studiata per soddisfare la curiosità dei turisti, realizzata con il contributo (tra gli altri) dell'assessorato al Turismo della Regione, pubblica una teoria che fa saltare sulla sedia anche il più mite degli archeologi: i giganti di Mont'e Prama erano il corredo monumentale di una tomba dei giganti.

Fake news. La storia recente del complesso scultoreo rinvenuto nel Sinis ormai più di quarant'anni fa, si arricchisce quindi di un altro capitolo maldestro, un altro passaggio a vuoto che contribuisce a creare confusione. Un'incertezza confezionata a misura di turista e distribuita ai passeggeri internazionali appena sbarcati in Sardegna. In due parole: un autogol. Lo svarione è stato pubblicato sul secondo numero della rivista "Discover Sardinia, The definitive guide", finanziata dall'assessorato al Turismo in collaborazione con le società di gestione dei tre aeroporti sardi ed edita dalla Geasar, la società che gestisce lo scalo di Olbia. Le firme, invece, sono quasi tutte di giornalisti stranieri. E si tratta di una scelta editoriale precisa, dato che l'intento di "Discover Sardinia" sarebbe quello di raccontare l'isola ai turisti stranieri con l'occhio e le parole dei cronisti stranieri. Nello specifico si tratta di Eliot Stain, esperto di storytelling i cui lavori sono stati pubblicati sulle più autorevoli riviste mondiali, come il New York Times, il Washington Post e il National Geographic. Da dove abbia estrapolato il legame tra i giganti di Mont'e Prama e le tombe dei giganti, però, non è dettaglio a disposizione di chi legge. In ogni caso Stain mette le mani avanti e scrive che il legame sarebbe "una credenza comune". Da escludere che sia una traduzione infelice, dato che l'autore mette in chiaro le cose con una descrizione sommaria di quella che sembra una tomba dei giganti. Che, ovviamente, a Mont'e Prama non è mai stata trovata. Poi, Stain racconta con parole sue l'unicità dello scavo di Mont'e Prama, aggiungendo che "nessun altro Colosso è stato trovato sepolto vicino alla tomba di un Gigante". In un riquadro a parte c'è poi la spiegazione di come, in realtà, nelle tombe dei giganti non venissero seppelliti i giganti. Meglio specificare, non si sa mai.

Fermento on line. Ovviamente il passaggio a vuoto non poteva sfuggire. Anche se ci ha messo un po' per venire a galla. Il testo, infatti, è stato pubblicato e distribuito l'estate scorsa negli aeroporti ma è stato intercettato nei giorni scorsi da una guida turistica, che lo ha diffuso sui social network: «Credo sia giusto che si eviti di creare altra confusione - spiega Laura Sedda -. Purtroppo, facendo questo lavoro, mi sono resa conto dell'estrema confusione che caratterizza la conoscenza della civiltà nuragica da parte dei turisti. Forse se la questione non venisse trattata da hobbisti ma da professionisti del settore archeologico, questo non accadrebbe». Come capita spesso quando le luci si accendono sullo scavo di Mont'e Prama, la memoria ritorna allo stato dell'arte dello scavo - ovviamente bloccato - e alle potenzialità inespresse di un complesso scultoreo che ne ha passate di tutti i colori. Perché se è vero che potrebbe essere la scoperta archeologica più importante degli ultimi tempi, è altrettanto vero che i giganti di pietra del Sinis restano un'incognita sotto tanti punti di vista: quello scientifico e quello gestionale/promozionale. Al punto che, all'improvviso, possono diventare l'improbabile corredo di un altrettanto improbabile tomba dei giganti.©RIPRODUZIONE RISERVATA

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