La Nuova Sardegna

Oristano

Bonarcado, vandali danneggiano la fonte di Su cantaru

di Piero Marongiu
Bonarcado, vandali danneggiano la fonte di Su cantaru

BONARCADO. Un pezzo di storia fatto a pezzi. Nella notte tra sabato e domenica qualcuno ha rovinato, si spera non irreparabilmente, l’antica testa leonina in arenaria da cui fuoriesce l’acqua che...

15 giugno 2020
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BONARCADO. Un pezzo di storia fatto a pezzi. Nella notte tra sabato e domenica qualcuno ha rovinato, si spera non irreparabilmente, l’antica testa leonina in arenaria da cui fuoriesce l’acqua che alimenta Su cantaru, staccandola dal resto della fonte. Il monumento è stato mutilato quando la piazza antistante la basilica minore dedicata a Santa Maria era deserta. «Non ci sono parole che possano esprimere lo sdegno che proviamo – dice il sindaco Franco Pinna, con palese amarezza –. La nostra storia è stata profondamente colpita. Da chi? Da vandali, da esseri annoiati, da persone prive del più elementare senso di appartenenza alla propria comunità? La ritengo una violenza perpetrata nei confronti dell’intero paese e non solo. Se qualcuno ha visto o sa qualcosa ha il dovere di segnalarlo alle forze dell’ordine».

Parole di netta condanna arrivano anche dall’opposizione consiliare. «È grande lo sdegno per un’azione tanto grave e vile compiuta ai danni del nostro patrimonio storico – dicono –. Su cantaru è parte integrante del nostro essere bonarcadesi, non pensiamo che possa esserci uno di noi che non abbia una foto ricordo scattata davanti alla fonte che ci rappresenta e ci appartiene. Quanto degrado sociale. E quanta tristezza oggi».

In quella piazza si svolge una delle feste mariane più partecipate della Sardegna. Migliaia di persone, devote alla Madonna di Bonacatu cioè della buona accoglienza, arrivano per pregare davanti al bassorilievo in terracotta policroma della Madre di Dio col Bambino risalente al XV secolo, che alcuni esperti attribuiscono alla scuola di Donatello o a quella dei Dalla Robbia. La fonte, con la sua testa leonina, rappresenta un tutt’uno con la piazza.

Questa mattina, il sindaco presenterà la denuncia contro ignoti ai carabinieri della stazione, i quali peraltro hanno già avviato le indagini per identificare il responsabile. I pezzi mancanti, per fortuna, sono stati recuperati tutti. «Proveremo a rimetterli al loro posto e a restaurare il monumento – conclude il primo cittadino –. Anche se l’amarezza per l’offesa arrecata a tutta la comunità, sarà difficile da dimenticare. I bonarcadesi sono particolarmente legati a quel simbolo».

Un simbolo realizzato forse con materiale proveniente dal sito nuragico preesistente sopra il quale i frati Camaldolesi provenienti dall’abbazia di San Zeno di Pisa, nel 1110, su volere del giudice arborense Costantino I, edificarono il monastero e la chiesa.

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