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Oristano

Ritardi a Is Bangius, il Comune avverte l’Università

Ritardi a Is Bangius, il Comune avverte l’Università

MARRUBIU. La convenzione tra il Comune e l’Università degli Studi di Sassari per la campagna di scavi presso il sito archeologico Muru di Is Bangius era stata firmata a luglio 2017. Eppure dopo...

16 giugno 2020
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MARRUBIU. La convenzione tra il Comune e l’Università degli Studi di Sassari per la campagna di scavi presso il sito archeologico Muru di Is Bangius era stata firmata a luglio 2017. Eppure dopo quasi tre anni, a pochi mesi dalla scadenza della concessione, ancora nessun archeologo sta operando per portare alla luce ulteriori tracce del passato e rivalorizzare l’area. Nel sito si trova l’edificio termale con villa romana che viene oggi considerata una sede temporanea del governatore romano nel corso dei suoi spostamenti in Sardegna. Gli ultimi scavi nella zona risalgono agli anni Ottanta, e dopo la stipula della convenzione con la facoltà sassarese, si era dato avvio ad un anno di prova, con la direzione del direttore scientifico Piergiorgio Spanu. Una concessione limitata che ha consentito una prima manutenzione del sito e una giornata dedicata alla visite a scavo aperto. Ma «l’attesa è diventata eccessiva – spiega il sindaco Andrea Santucciu – a tre anni dalla stipula non possiamo più attendere e pretendiamo un cronoprogramma degli scavi perché il sito richiede manutenzione e pulizia costante». Il Comune non concederà più di ulteriori trenta giorni all’Università di Sassari per lo sblocco del cantiere. «Una parte delle risorse è stata già liquidata» precisa il vicesindaco Luca Corrias. A breve il Comune chiederà la restituzione dei denari già investiti, 10mila euro per ogni anno di contratto. Il finanziamento per la prosecuzione degli scavi non termina qui. L’amministrazione Santucciu infatti, ha inserito nella programmazione territoriale, seguita a livello di Unione dei Comuni, una serie di interventi per la copertura, la messa in sicurezza e la fruizione del sito per circa 500mila euro. «Attendiamo la risposta dell'Università - prosegue Corrias – è nostro interesse dare inizio alle operazioni di scavo nel più breve tempo possibile. Abbiamo l'esigenza di valorizzare le nostre risorse culturali e ambientali anche rendendole fruibili».(vale.atze.)

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