La Nuova Sardegna

Oristano

il processo 

La difesa chiede l’assoluzione: «Non favorirono i clandestini»

di Enrico Carta
La difesa chiede l’assoluzione: «Non favorirono i clandestini»

ORISTANO. Per quel che era accaduto in aula, appariva scontata la richiesta di condanna formulata qualche mese fa. Allo stesso modo, considerato il livello della battaglia legale, era prevedibile che...

18 giugno 2020
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ORISTANO. Per quel che era accaduto in aula, appariva scontata la richiesta di condanna formulata qualche mese fa. Allo stesso modo, considerato il livello della battaglia legale, era prevedibile che gli avvocati difensori avrebbero invece sollecitato l’assoluzione. È successo ieri mattina di fronte alla giudice per le udienze preliminari Silvia Palmas che, dopo l’intervento dell’avvocato di parte civile Luca Corrias in sostituzione dell’avvocatessa Annamaria Uras, ha dato voce agli avvocati Gianni Nonnis e Fabio Costa. È da loro che è partito il fuoco di fila delle tesi che, secondo i legali, devono portare all’assoluzione della consulente oristanese Esmeralda Trogu, 48 anni, e del mediatore culturale indiano Baiwinder Kumar. Sono accusati a vario titolo di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sostituzione di persona e truffa e secondo il pubblico ministero Armando Mammone avrebbero messo in piedi un sistema che, attraverso documenti contributivi e buste paga fasulli, avrebbe consentito a stranieri extracomunitari di accedere e rimanere in Italia in assenza dei requisiti. Per questo era arrivata la richiesta di condanna a sei anni per Esmeralda Trogu e a cinque anni per Baiwinder Kumar. Uno per uno la difesa ha affrontato gli argomenti dell’accusa spiegando che la pratica che i due avviavano e con la quale sostenevano di poter far arrivare in Italia gli immigrati non avrebbe passato lo scoglio del controllo affidato all’ispettorato del lavoro. Questo farebbe cadere il reato principale ovvero quello di aver costruito il sistema per favorire gli ingressi altrimenti non consentiti. Restano i reati di truffa, ma anche questi non si sarebbero concretizzati perché il pagamento da parte degli immigrati a chi doveva procurare loro i documenti per l’ingresso e la permanenza in Italia sarebbe avvenuto solamente all’arrivo in territorio nazionale. La promessa di un ingresso non sarebbe stata quindi un raggiro. Altro argomento affrontato dalla difesa è stato quello che ciascuno degli immigrati fosse già autorizzato a stare in Italia dal momento che tutti avevano il permesso di soggiorno per questioni di asilo politico.

Per il 22 luglio, al termine delle repliche, è attesa la sentenza.

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