La Nuova Sardegna

Oristano

Niente spazi per i tavolini: «Il Comune faccia presto»

di Valentina Atzeni
Niente spazi per i tavolini: «Il Comune faccia presto»

Cabras, la protesta di due imprenditrici che attendono ancora un’area pubblica L’assessore replica: «La via è molto stretta, stiamo cercando la soluzione»

18 giugno 2020
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CABRAS. Tutti uguali oppure no? La concessione dello spazio pubblico all’esterno delle attività commerciali sta creando malcontento fra qualche titolare, che si sente messo da parte dall’amministrazione comunale, se non altro perché le pratiche viaggiano a marce diverse a seconda delle situazioni. Luisa Garau e Simona Marras, che gestiscono due attività in via Cavallotti sono ancora in attesa per ottenere uno spazio esterno che possa permettere loro di accogliere un maggiore numero di clienti.

«Sono stata fra le prime a presentare la domanda agli uffici comunali e invece mi ritrovo a essere l’ultima ruota del carro – dichiara Luisa Garau, titolare del bar Artemisia Café –. Vorrei che almeno venissero posizionate le transenne per chiudere la strada la sera finché la pratica non sarà ultimata», aggiunge la titolare del bar Tambi Tambi, Simona Marras.

L’annuncio del Comune sulla possibilità di ampliamento del suolo pubblico risale all’11 giugno e la maggior parte dei bar e ristoranti del centro storico ha già potuto posizionare tavoli e sedie all’esterno, così da rispettare il distanziamento previsto dalle norme anti Covid ed ospitare un numero di clienti molto simile a quello precedente alle chiusure di marzo. «Tutti tranne noi hanno avuto questa opportunità – specificano Luisa Garau e Simona Marras –. Avremmo dovuto avere i dissuasori entro martedì scorso, ma poi ci è stato detto di avere pazienza perché non ci sono abbastanza soldi per i blocchi di cemento destinati a delimitare il nostro spazio».

A essere contestata dalle imprenditrici, anche la richiesta da parte del Comune del pagamento di una sanzione risalente allo scorso anno, come vincolo per poter attivare le procedure per la concessione dell’area. «Abbiamo diritto al suolo pubblico perché stabilito dal Governo», spiega Luisa Garau, che intanto ha ottenuto un piano di rateizzazione in modo da assolvere gli obblighi col Comune. «Pretendo che tutti siano trattati allo stesso modo, senza favoritismi nei confronti di titolari di specifiche attività» continua la giovane imprenditrice.

La spiegazione del Comune serve a chiarire che il vero problema è un altro. «Il ritardo è dovuto a questioni logistiche – spiega l’assessore Enrico Giordano –. Quella via è molto stretta, perciò prima di poter delimitare lo spazio per le due attività bisogna eliminare alcuni parcheggi e garantire una via sicura di percorrenza anche ai pedoni». Al momento sono tredici le attività che hanno già ottenuto lo spazio, su un totale di ventiquattro che hanno presentato la richiesta. «Sono in attesa anche le attività che si trovano sulle strade provinciali, entro una decina di giorni completeremo tutto» aggiunge il sindaco Andrea Abis.

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