La Nuova Sardegna

Oristano

Fase 3, pietra tombale sull’Ardia: si salvano solo le 13 messe

Maria Antonietta Cossu
Fase 3, pietra tombale sull’Ardia: si salvano solo le 13 messe

Nell’anfiteatro di San Costantino niente cavalli. Sì (con polemica) alle preghiere

30 giugno 2020
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SEDILO. Né a cavallo né a piedi. L’unica prova di fede per San Costantino quest’anno sarà la preghiera. Non ci saranno esibizioni di coraggio al galoppo nell’anfiteatro dedicato all’imperatore. La pietra tombale su ogni possibilità di svolgere il rituale la mette il questore Giusi Stellino: «Il discorso non si è mai aperto. Non c’è alcuna possibilità che l’Ardia si possa svolgere».

Nulla di nuovo rispetto a quanto si era già capito da metà maggio, ma la speranza era sempre lì e non se ne voleva andare. Tra l’altro la fine della fine viene sancita nel momento in cui la partecipazione di undici cavalieri alla processione del santo patrono e la conseguente convocazione in caserma, prevista per questa mattina e dove è probabile che saranno sanzionati, ha alimentato le perplessità e le polemiche della vigilia sull’aut aut ai fedeli in corteo. La disputa sulla cancellazione dell’Ardia si inserisce quindi in un vivace dibattito popolare che riguarda anche le tredici messe previste dal 5 al 7 luglio al santuario.

Il numero divide l’opinione pubblica e non per questioni di scaramanzia. C’è chi ritiene che le funzioni siano un atto dovuto nei confronti dei tanti fedeli sparsi per l’isola; ci sono gli indifferenti; infine chi giudica il programma un’evidente disparità rispetto alla decisione di annullare l'Ardia. La corsa equestre rientra però fra le celebrazioni religiose non statiche e quindi vietate. Proprio la distinzione tra statico e dinamico non convince quanti considerano qualunque provvedimento restrittivo superato dalla circolare ministeriale del 13 giugno. Le disposizioni contestate sono quelle concordate tra prefettura, questura e diocesi per disciplinare lo svolgimento delle manifestazioni ancora sotto regime normativo anti-Covid.

Uno dei punti più discussi è quello che ammette alle processioni solo il parroco e il sindaco vietandole a chiunque altro. «Con l’entrata in vigore della circolare del ministero sono caduti i vincoli sullo svolgimento dei cortei religiosi e pertanto non credo che la nostra partecipazione fosse vietata – ha dichiarato il cavaliere Giuseppe Meloni –. Per quanto mi risulta non c’è neppure un’ordinanza che impedisca la circolazione dei cavalli, altrimenti non ci saremmo presentati. Allo stesso modo non trovo giusto che sia stata annullata l’Ardia. Poteva essere fatta con altre modalità».

Sull’efficacia della circolare ministeriale si era espresso anche il sindaco Salvatore Pes al termine della processione ribadendo: «Il Dipartimento per le libertà civili ha confermato che non sussistono vincoli sulla presenza dei fedeli se non quelli sulle misure di prevenzione del virus e ha specificato che le autorità di pubblica sicurezza devono attenersi scrupolosamente alla circolare del 13 giugno».

In realtà il documento demanda la valutazione della fattibilità delle manifestazioni alle autorità sanitarie, religiose e civili locali. Inoltre la prefettura ha sollevato tali soggetti da qualunque responsabilità in un’ottica di prevenzione dei contagi, ai quali la popolazione è maggiormente esposta in conseguenza della riapertura dei confini regionali. Tuttavia è convinzione diffusa che non vi siano disposizioni specifiche contro lo svolgimento delle processioni con popolo.

«Non esistono provvedimenti che impediscano di partecipare. Per quel che ne so il ministero dell’Interno dice che da questo punto di vista è stato tutto sbloccato, dunque non capisco quale violazione ci venga contestata», obietta l’ex pandela Giovanni Pes. Ma la pietra tombale sull’intera faccenda è già stata messa. Dal questore che ha ricordato anche come ormai non ci siano i tempi per valutare anche tutti gli altri aspetti legati alla sicurezza.

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