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Oristano

Fondazione Oristano, compleanno tra polemiche

Fondazione Oristano, compleanno tra polemiche

L’organismo gestisce il patrimonio museale, il contratto è in scadenza Il doppio ruolo del sindaco, anche ai vertici dell’Ente, non convince le minoranze

01 luglio 2020
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ORISTANO. La Fondazione Oristano compie un anno e il 6 luglio scadrà il contratto con cui le è stata affidata la gestione del sistema museale cittadino, comprendente Antiquarium Arborense, pinacoteca e torri.

Ancora non esiste alcun atto pubblico di rinnovo del contratto, ma non ci sono molte altre opzioni sul tavolo. Un anno di sperimentazione, questo sarebbe dovuto essere stando alle parole dell'assessore alla Cultura Massimiliano Sanna nella travagliata seduta di Consiglio che diede il via libera alla nascita del nuovo ente. Una votazione difficile, che per qualche ora tenne in bilico la tenuta della stessa maggioranza.

L'opposizione però non concorda e oltre a criticare la totale assenza di condivisione su quanto accaduto nel primo anno di vita della Fondazione, punta i fari su un altro problema. «Il doppio ruolo di Lutzu, come sindaco e come presidente del consiglio d'amministrazione della Fondazione è estremamente imbarazzante» afferma il capogruppo democratico Efisio Sanna. «Magari non viola le norme – prosegue Sanna – ma c'è una questione di opportunità. Se l'amministrazione vuole esercitare un controllo serio sulla Fondazione, il sindaco non può esserne presidente, anche perché il cda è un organo gestionale». In effetti, un piccolo cortocircuito si è già verificato nei giorni scorsi, quando il cda della Fondazione, presieduto da Lutzu, ha proposto al Comune, guidato da Lutzu, di rinnovare il contratto di servizio. «Nonostante il preciso pronunciamento del Consiglio Comunale, non è mai entrato in funzione il comitato di controllo analogo» attacca ancora Sanna. Si tratta dell'organismo comunale che dovrebbe esercitare sulle società partecipate lo stesso controllo che si esercita sugli uffici interni. «La fondazione movimenta centinaia di migliaia di euro, eppure dell'annunciata condivisione con noi e con la città sul primo anno di attività non c'è traccia. Togliamo i tre mesi del lockdown, ma negli altri non si è fatto nulla». Anche Patrizia Cadau, consigliera comunale sospesa dal Movimento 5 Stelle, non nasconde la delusione. «Io votai a favore un anno fa, perché credevo nella regia unica e soprattutto perché volevo la stabilizzazione dei lavoratori del museo. Non posso essere soddisfatta, tutto è stato molto fumoso e nulla è stato condiviso nella maniera che mi sarei aspettata. Certo, c'è stato il Covid-19 e prima c'è stata la lunga fase organizzativa, quindi ho ancora fiducia che si possa intraprendere un percorso produttivo per la comunità». Davide Pinna

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