La Nuova Sardegna

Oristano

«Assl allo sbando, agisca la Procura»

di Eleonora Caddeo
«Assl allo sbando, agisca la Procura»

Le associazioni dei malati invieranno un dossier sulle emergenze nella azienda locale e accusano anche l’ex manager

04 luglio 2020
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ORISTANO. Risposte certe per il futuro di servizi e strutture dell'Asl del distretto oristanese e la garanzia che il diritto alla salute, sancito dall'articolo 32 della Costituzione, valga il egual misura anche per i pazienti della provincia. È questo il contenuto delle richieste dirette alla politica regionale e mosse ieri mattina, durante la conferenza stampa all'ordine dei medici della provincia di Oristano, dal presidente Antonio Sulis, dai rappresentati sindacali Cimo, Simeu, Fimmg e Fespa. Per avere queste risposte una rappresentanza di associazioni di cittadini e pazienti tra cui, Cittadinanzattiva, Komunque Donne, associazione Talassemici provinciale e l'Aniad, della Rete Sarda Diabete hanno decisodi promuovere un’esposto alla procura della Repubblica. È un fronte comune quello che si sta muovendo, con percorsi e modalità differenti, ma con l'obiettivo unico di tutelare il diritto alla salute dei circa centosessatamila residenti della provincia, e bloccare il depauperamente di strutture, risorse e servizi in atto sul territorio ormai da anni. «Stanno smantellando l’ospedale San Martino– spiega Giampero Sulis (Cimo medici) – la pandemia ha solo accelerato il processo, ma l'involuzione era già in atto. Chirurgia, radiologia, pediatria, anestesia, pronto soccorso, non c'è un reparto che sia nelle condizioni di lavorare. Non siamo in grado di garantire urgenze in chirurgia, l'ortopedia è l'unica che non ha l'urgenza notturna, non riusciamo a garantire la terapia del dolore». «Il pronto soccorso ha 23 medici, 17 al San Martino, dipartimento di emergenza e accettazione (Dea) di primo livello e 6 a Ghilarza, con sette medici per turno e trentamila accessi all'anno che servizio riusciamo a garantire?» è la domanda che pone Salvatore Manca, ex direttore del pronto soccorso cittadino e presidente nazione della Società italiana dell'emergenza urgenza (Simeu). «Se a questi aggiungiamo i 4mila accessi pediatrici, altrettanti ginecologici, e la necessità di continuare a fornire i percorsi differenziali del Covid non so come si possa reggere». «Per 141mila abitanti, tra i 14 e i 100 anni, ci sono 112, 29 professionisti in meno», sottolinea Alessandro Usai (Fimmg). «La campagna vaccini 2020-21 prevede 550mila dosi, 189mila spettano noi le 301mila rimanenti, senza ufficiali sanitari chi le dovrà iniettare? Oltre due milioni e seicento mila euro stanziati per le cronicità sono bloccati, dirottati dallo scorso anno sulle vaccinazioni». Non va meglio per il poliambulatorio di via Michele Pira, come spiega Mario Canu (Fespa). "Non abbiamo mascherine protettive adeguate e gli altri dispositivi sono un sogno: così avremo nuovi focolai Covid; chiediamo che venga fatto il test sierologico a tutti i pazienti in ingresso».

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