La Nuova Sardegna

Oristano

Violenze in cella, aperto il processo a un detenuto tunisino

di Michela Cuccu
Violenze in cella, aperto il processo a un detenuto tunisino

ORISTANO. Le violenze dentro la cella andavano avanti da tempo ma lui per vergogna e paura, non disse nulla. Solo quando, evidentemente non ne poteva più, decise di confidarsi con il presidente della...

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ORISTANO. Le violenze dentro la cella andavano avanti da tempo ma lui per vergogna e paura, non disse nulla. Solo quando, evidentemente non ne poteva più, decise di confidarsi con il presidente della cooperativa dove svolgeva delle attività con altri detenuti. Da quel racconto scattò immediatamente la denuncia che ha portato al processo, aperto ieri mattina in tribunale a Oristano, nei confronti di un detenuto tunisino, Mahjouby Makhlouf, di 36 anni, accusato di violenza sessuale aggravata. Teatro delle violenze, che risalgono al 2014, il vecchio carcere di piazza Manno. Ieri mattina, di fronte ai giudici del collegio (presidente Carla Altieri, a latere Federica e Marco Mascia), hanno deposto i primi testimoni: il vice comandante della polizia giudiziaria Gabriele Sergi e Antonello Comina, presidente della cooperativa sociale “Il Seme” di Santa Giusta che aveva presentato la denuncia contro il presunto stupratore. Comina dopo la denuncia era stato minacciato dall’imputato «mi disse “ti faccio fare la fine di don Usai”», da qui anche l’accusa di minacce, ora caduta a seguito del ritiro della querela. Rispondendo alle domande del pubblico ministero, Elisabetta Mascia, dell’avvocato difensore Gianfranco Meloni e del legale di parte civile, avvocata Antonella Piredda, i due testimoni hanno confermato di aver raccolto le confidenze della vittima, un uomo di quasi cinquant’anni che a causa di un ritardo mentale si comportava come un bambino. «Una persona molto mite – lo ha definito Comina – che si rapportava bene con gli altri detenuti e gli ospiti della comunità». Comina ha anche riferito che un giorno la vittima si presentò al lavoro con un grande livido sulla guancia «mi disse che se l’era fatto cadendo in cella, solo successivamente intuii che era il risultato delle violenze». Il processo continuerà il 27 ottobre.

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