La Nuova Sardegna

Oristano

Oncoematologia riattivata in ospedale

di Michela Cuccu
Oncoematologia riattivata in ospedale

Assegnati i posti letto al San Martino. Si conclude così una vicenda che aveva visto anche l’intervento della magistratura 

11 luglio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. L’Oncoematologia dell’ospedale san Martino diventa reparto. Lo ha deciso la Giunta regionale che l’altra sera, ha finalmente riconosciuto e autorizzato l’assegnazione dei posti letto. Insomma, da ambulatorio, Oncoematologia diventa finalmente reparto, accogliendo così le richieste dei pazienti costretti a doversi recare in altri ospedali, fuori provincia, per potersi curare. A darne notizia è il sindaco di San Nicolò d’Arcidano e consigliere regionale, Emanuele Cera, che aveva raccolto le giuste lamentele dei pazienti e delle loro famiglie, inviando numerosi solleciti all’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu. Si tratta di una autentica conquista per le popolazioni che fanno riferimento all’Oristanese: era infatti dal 2014 che la Assl chiedeva che l’ambulatorio dove ogni anno transitano migliaia di pazienti, venisse riconosciuto come reparto, dove si potessero prescrivere i farmaci e sottoporre alla chemioterapia i pazienti. Il caso era scoppiato quando, una signora di 77 anni che era stata costretta a recarsi fino all’ospedale di Nuoro per potersi sottoporre alla chemio, presentò una denuncia perché le era stata negata la possibilità di essere curata nell’ospedale della sua citta, appunto Oristano. Inizialmente la Assl respinse la richiesta, dopo che la Regione ricordò che al San Martino non c’era un vero e proprio reparto. La signora però non si arrese: con il sostegno delle associazioni dei pazienti e dei consumatori, avviò una clamorosa protesta, rinunciando per mesi alle terapie salva vita. Attraverso un avvocato la vicenda approdò in Tribunale e nei mesi scorsi, il giudice del Lavoro, emise l’ordinanza che obbligava il san Martino a curare la signora. Contemporaneamente però, ci fu un irrigidimento da parte della Regione che considerò quello della signora un caso unico e straordinario, ordinando al reparto di non accogliere più nuovi pazienti che, ovviamente, furono costretti a rivolgersi agli ospedali fuori provincia. Su questa vicenda, che vide un grande interesse da parte dell’opinione pubblica, si scatenarono mille polemiche e proteste, da parte delle associazioni dei pazienti ma anche dalle famiglie dei malati, dai sindacati e dalla politica locale. Lo stesso Cera commenta la decisione della giunta. «Trovo ingiusta la disparità di trattamento subita dai malati di questa provincia, costretti a rivolgersi altrove per essere curati. Ho scritto tante volte alla giunta e all’assessore alla sanità, perché ritengo che a distanza di un anno e mezzo al governo della Sanità sarda, ci sia la necessità di un repentino cambio di rotta, ponendo al centro delle scelte, la qualità e quantità dei servizi e il benessere della comunità. Adesso mi hanno ascoltato».

In Primo Piano
Turismo

In Sardegna un tesoretto di 25 milioni dall’imposta di soggiorno: in testa c’è Olbia

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative