La Nuova Sardegna

Oristano

Abusi su due alunne, quattro anni al bidello

di Enrico Carta
Abusi su due alunne, quattro anni al bidello

Le vittime adescate alle scuole medie: baci e palpeggiamenti nei bagni I giudici non si fermano alla condanna: non può più frequentare luoghi per minori

15 luglio 2020
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ORISTANO. Non saranno sette, come aveva richiesto il pubblico ministero Marco De Crescenzo, ma quattro. Sono gli anni di condanna che dovrà scontare un bidello che aveva allungato gli occhi e soprattutto le mani verso alcune alunne delle scuole medie di un paese del Montiferru in cui prestava il suo servizio. Per lui la scuola era diventato il luogo adatto in cui adescare le ragazzine e secondo i giudici, che ieri hanno accolto la versione dell’accusa sostenuta anche dagli avvocati di parte civile Rafaele Cocco ed Ennio Masu, nulla di quanto poi raccontato tramite la denuncia e nelle audizioni protette delle minorenni era inventato. L’avvocato difensore Giuseppe Motzo aveva infatti provato a smontare il castello di accuse puntando proprio sulla scarsa credibilità della versione fornita dalle vittime, che invece ha retto alla prova dell’aula sino alla sentenza di ieri che ridimensiona l’entità della pena rispetto alle richieste del pubblico ministero, ma conferma la colpevolezza dell’imputato 64enne.

S.M. era finito al centro dell’inchiesta dopo che fu denunciato da un’alunna della scuola. Avvenne tutto qualche anno fa, quando le voci sui presunti abusi iniziavano a rincorrersi sempre più insistentemente negli androni e nelle aule. Non chiacchiere, ma realtà perché pian piano il muro di silenzio e complicità che il bidello era riuscito a costruire per coprire i suoi movimenti proibiti con le ragazzine, aveva mostrato delle falle. A una prima alunna se n’era aggiunta una seconda. Storia simile, col bagno che diventava il luogo in cui palpeggiare le giovani di undici e tredici anni e magari strappare loro qualche bacio lontano da occhi indiscreti.

Il bidello era riuscito anche a ottenere che quel segreto rimanesse custodito, ma una delle ragazzine capì che qualcosa in quello strano rapporto stava andando oltre la semplice amicizia. Fu così che decise di raccontare tutto ai genitori e da quel momento la storia prese la piega che l’ha fatta finire in poco tempo in tribunale sino ad arrivare alla sentenza di ieri.

Il collegio, presieduto dalla giudice Carla Altieri, oltre alla condanna di quattro anni, ha stabilito anche l’interdizione dai pubblici uffici per lo stesso periodo. Durerà a vita invece l’interdizione da qualsiasi ufficio che riguarda la tutela dei minori e qualunque incarico nelle scuole o in uffici e servizi pubblici e privati frequentati prevalentemente da minorenni.

È stato poi deciso anche un primo parziale risarcimento dei danni alle parti civili: una delle due ragazzine e sua madre riceveranno una provvisionale di 2.500 euro a testa, l’altra vittima di 1.500 euro in attesa del procedimento civile che stabilisca la somma totale.

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