La Nuova Sardegna

Oristano

Calunnie tra cavalieri, l’archiviazione è respinta

di Enrico Carta
Calunnie tra cavalieri, l’archiviazione è respinta

Il giudice: si indaghi ancora su padre Paolo Contini e sull’ex presidente Falchi Denunciati dai fratelli Serra coinvolti e prosciolti nel pasticcio dell’antidoping

17 luglio 2020
2 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. La giustizia del Signore si esplicherà nel regno dei Cieli, intanto padre Paolo Contini, frate cavaliere con la passione per il carnevale oristanese, deve prima fare i conti con quella terrena. Non da solo, perché l’indagine che riguarda una parte dei pasticci dell’antidoping alla Sartiglia del 2018, coinvolge anche l’ex presidente dell’associazione dei cavalieri Pierpaolo Falchi. Sembrava che per entrambi i guai giudiziari fossero finiti prima ancora di cominciare, invece la giudice per le indagini preliminari Annie Cecile Pinello ha respinto la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero Silvia Mascia nell’indagine che vedeva i due ex cavalieri coinvolti per calunnia, a seguito di una denuncia presentata dai fratelli Marco e Francesco Serra, che a quella giostra parteciparono davvero e che intanto sono usciti dall’indagine principale da molto tempo scagionati dall’esame del Dna.

Se già l’inchiesta della sostituzione di persona avvenuta durante i controlli antidoping dell’11 febbraio 2018 era stata quanto mai ingarbugliata, quest’altra coda giudiziaria complica ancora di più l’intero quadro della vicenda. Tutto nasce comunque dalla “furbata”, non riuscita, a diversi cavalieri. Alcuni, per evitare guai ovvero una positività all’antidoping, chiesero ad altri loro compagni non sotto effetto di droghe la cortesia di sostituirsi a loro nell’esame delle urine. Il gioco fu però smascherato, tanto è vero che ci sono stati già dei patteggiamenti, dei rinvii a giudizio e delle pesanti squalifiche da parte del Coni.

Non tutti quelli che sono finiti nell’inchiesta erano però davvero coinvolti nel tentativo di gabbare l’antidoping. A chiamare in causa i fratelli Marco e Francesco Serra erano state alcune testimonianze. È qui che spuntano i nomi di Pierpaolo Falchi e di Padre Paolo Contini, i quali affermarono durante una deposizione in questura che uno dei due fratelli aveva effettuato il controllo al posto dell’altro per evitargli una positività.

L’esame del Dna ha però dimostrato da tempo che Marco e Francesco Serra non commisero irregolarità e che le urine nella provetta erano per davvero quelle del cavaliere chiamato dai medici della Nado a effettuare il controllo. Cancellata ogni ipotesi di reato nei loro confronti, rimaneva la macchia di una chiamata in causa senza aver avuto la minima responsabilità e così i due fratelli, assistiti dall’avvocato Carlo Pau, sporsero denuncia nei confronti di Falchi e Contini, assistiti dalle avvocatesse Paola Meloni e Anna Maria Uras. Dopo qualche mese di indagine era però arrivata la richiesta di archiviazione perché la procura riteneva insussistente il reato di calunnia. Non è così per la giudice che ha rimandato gli atti al pubblico ministero e chiesto di approfondire le indagini ritenendo che ci sia spazio per contestare il reato. Tra 90 giorni si saprà come finirà.

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative