L’Ardia si chiude senza i suoi corridori
di Maria Antonietta Cossu
Niente discesa a piedi nel giorno dell’Ottava. Solo i pellegrini e i fedeli animano il santuario di San Costantino
20 luglio 2020
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SEDILO. Con gli ultimi raggi di sole che si posavano obliqui sul santuario, si è chiusa una delle edizioni più tormentate della festa di San Costantino. L’anno dell’Ardia mai corsa eppure tanto discussa; l’anno delle decisioni sofferte da prendere e dure da accettare. L’anno delle rinunce accolte con rassegnazione da tanti e insofferenza da altri, del dissenso e dello scontro dialettico portati all'esasperazione, quando non sfociati in provocazioni, come il gesto dell’asino lasciato davanti alla casa del parroco.
Le prime ombre della sera calate sulla chiesa al termine della messa conclusiva dell’Ottava, celebrata senza l’Ardia a piedi, hanno segnato la fine di un periodo travagliato per i sedilesi. Un clima nel quale riecheggiano le parole di riconciliazione e pacificazione pronunciate ieri dal parroco. «Spero che la comunità ritrovi la serenità e la comunione per disporsi a celebrare la festa, l’anno prossimo, secondo le aspettative di ciascuno», ha auspicato don Battista Mongili. Nessun commento sulle ultime dichiarazioni del sindaco, se non per dire: «Con l’associazione ci sono sempre stati dialogo e collaborazione».
Il vuoto creato dalla cancellazione delle corse non ha comunque scoraggiato i pellegrinaggi a San Costantino cominciati di buon mattino. Alcune decine di persone hanno raggiunto alla spicciolata il santuario, nel giorno in cui sono mancate anche le discese individuali dei cavalieri che da consuetidine precedono l’arrivo dei corridori a piedi. Limitata e discreta la presenza dei carabinieri, mentre i fedeli compivano i giri votivi ripetendo lo stesso rito attorno a sa muredda.
Alcuni provenivano da Sassari. «Vengo qui da decenni e ho rinnovato la promessa per tornare il prossimo anno – ha detto Giuseppe, accompagnato da tre amici –. Ci manca qualcosa se non visitiamo questi luoghi, solo gli ex voto bastano per capire ciò che rappresenta tutto questo». C’è stato anche chi si è fatto la sua Ardia in solitario, come l’ex pandela a piedi del 2010, Roberto Porcheddu: «volevo essere qui e c’ero anche il 6 e il 7 luglio. Quest’anno è andata così, però penso che un piccolo segnale, almeno con le tre pandele al passo, lo si potesse dare».
A un certo punto tre corridori si sono materializzati a su frontigheddu. Pur senza il corollario della festa Michele Delogu, primo alfiere nel 2016, ha voluto onorare la tradizione condividendo l’omaggio a Costantino con due amici. Un atto spontaneo «Che si sarebbe potuto replicare tante volte, cosi che ognuno avrebbe vissuto la sua Ottava. Se non fossimo arrivati a ridosso di questo appuntamento con tante polemiche e se ci fosse stato più dialogo, questa giornata si sarebbe potuta vivere diversamente, all’insegna della condivisione e della partecipazione».
Le prime ombre della sera calate sulla chiesa al termine della messa conclusiva dell’Ottava, celebrata senza l’Ardia a piedi, hanno segnato la fine di un periodo travagliato per i sedilesi. Un clima nel quale riecheggiano le parole di riconciliazione e pacificazione pronunciate ieri dal parroco. «Spero che la comunità ritrovi la serenità e la comunione per disporsi a celebrare la festa, l’anno prossimo, secondo le aspettative di ciascuno», ha auspicato don Battista Mongili. Nessun commento sulle ultime dichiarazioni del sindaco, se non per dire: «Con l’associazione ci sono sempre stati dialogo e collaborazione».
Il vuoto creato dalla cancellazione delle corse non ha comunque scoraggiato i pellegrinaggi a San Costantino cominciati di buon mattino. Alcune decine di persone hanno raggiunto alla spicciolata il santuario, nel giorno in cui sono mancate anche le discese individuali dei cavalieri che da consuetidine precedono l’arrivo dei corridori a piedi. Limitata e discreta la presenza dei carabinieri, mentre i fedeli compivano i giri votivi ripetendo lo stesso rito attorno a sa muredda.
Alcuni provenivano da Sassari. «Vengo qui da decenni e ho rinnovato la promessa per tornare il prossimo anno – ha detto Giuseppe, accompagnato da tre amici –. Ci manca qualcosa se non visitiamo questi luoghi, solo gli ex voto bastano per capire ciò che rappresenta tutto questo». C’è stato anche chi si è fatto la sua Ardia in solitario, come l’ex pandela a piedi del 2010, Roberto Porcheddu: «volevo essere qui e c’ero anche il 6 e il 7 luglio. Quest’anno è andata così, però penso che un piccolo segnale, almeno con le tre pandele al passo, lo si potesse dare».
A un certo punto tre corridori si sono materializzati a su frontigheddu. Pur senza il corollario della festa Michele Delogu, primo alfiere nel 2016, ha voluto onorare la tradizione condividendo l’omaggio a Costantino con due amici. Un atto spontaneo «Che si sarebbe potuto replicare tante volte, cosi che ognuno avrebbe vissuto la sua Ottava. Se non fossimo arrivati a ridosso di questo appuntamento con tante polemiche e se ci fosse stato più dialogo, questa giornata si sarebbe potuta vivere diversamente, all’insegna della condivisione e della partecipazione».