La Nuova Sardegna

Oristano

Cancellate tutte le manifestazioni

di Eleonora Caddeo
Cancellate tutte le manifestazioni

Ordinanza immediatamente esecutiva del sindaco. E sul fronte dei vaccini antinfluenzali mancano decine di medici

11 settembre 2020
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ORISTANO. Sospensione temporanea e immediata per tutte le manifestazioni pubbliche (culturali, sportive e di spettacolo) organizzate in città. Lo ha deciso il sindaco Lutzu per limitare le occasioni di possibili assembramenti e tentare di contrastare la diffusione del Coronavirus che nelle ultime settimane ha provocato numerosi contagi. Nei giorni scorsi il sindaco aveva sospeso tutte le manifestazioni del Settembre Oristanese, oggi il nuovo provvedimento che estende la sospensione a tutte le manifestazioni pubbliche.

«Questo provvedimento, sentita anche la Prefettura, tiene conto dell’aumento dei contagi registrato in città negli ultimi 10 giorni – dichiara il sindaco – iI nostro scopo è evitare che si creino occasioni di assembramento. Lo abbiamo fatto ad agosto con le ultime manifestazioni in programma sul lungomare di Torre Grande e poi vista la situazione di emergenza, per i festeggiamenti civili per la Madonna del Rimedio e per Santa Croce, così come per tutti gli eventi inseriti nel Settembre oristanese. Gli organizzatori di diversi eventi, preoccupati per la situazione sanitaria, in questi giorni avevano auspicato un provvedimento del Comune. Alcuni hanno manifestato qualche riserva, ma in questo momento la prudenza deve ispirare i comportamenti di tutti, i nostri come istituzione che abbiamo una responsabilità verso la collettività e quelli dei singoli che, come purtroppo si è avuto modo di verificare in queste settimane, possono comunque arrecare seri danni agli altri».

E a poche settimane dalla prima campanella negli istituti scolastici di istruzione primaria e secondaria, sono tante le incognite a far temere addetti ai lavori e genitori, banchi, trasporti, alle quali si aggiunge anche la questione vaccini anti-influenzali. Secondo le direttive ministeriali la campagna vaccinale a livello regionale e locale, di norma avviata il 1 ottobre, sarebbe potuta partire con qualche settimana di anticipo, cercando di sveltire i tempi e proteggere, prima dell'arrivo del freddo e del potenziale aumento dei contagi da Covid19, una numero di persone più ampio. Ma al momento non solo non si è anticipato alcunché, anzi la prospettiva per il primo ottobre evidenzia già un ritardo per l'avvio dei vaccini, mostrando tutte le criticità della gestione sanitaria a livello territoriale ordinaria e in emergenza.

Se da un lato per il territorio della Assl sono previste il doppio delle dosi di vaccini rispetto allo scorso anno, da trentasei mila a settantamila, in linea con il trend regionale raddoppiato da duecentoventicinquemila del 2019 a circa cinquecentoventi mila per la stagione vaccinale alle porte, dall'altro lato sono ancora tanti i punti interrogativi su chi dovrà iniettare queste dosi vaccinali nella popolazione. Il personale preposto dell'azienda sanitaria, ossia i medici del servizio di igiene pubblica addetti alle vaccinazioni, nel giro di un anno sono stati ridotti di almeno quattro figure. Ciò significa che a fronte di una campagna vaccinale raddoppiata nelle dosi, delle trentaseimila iniettate lo scorso anno circa sei mila erano state effettuate dai medici dell'igiene pubblica, il personale che dovrà occuparsi di oltre diecimila dosi è ridotto all'osso. A questa condizione già di per sé non confortante, va ad aggiungersi la questione dei medici di medicina generale, ossia i medici di famiglia che lo scorso anno hanno iniettato circa trentamila dosi. Non solo sono decresciuti nel numero, a settembre saranno 105 medici a fronte dei 141 necessari sul territorio, attualmente ancora non è stato raggiunto un accordo integrativo sindacale con la Regione per la questione della somministrazione dei vaccini. Un punti di incontro necessario quanto ostico da trovare in quanto la categoria dei medici di famiglia ad oggi non hanno ricevuto la premialità per la scorsa campagna di vaccini. «Siamo preoccupati – fa sapere Antonio Sulis, presidente dell'Ordine dei medici provinciale – per la situazione in cui si trova il territorio dell'oristanese. Non sappiamo come faremo i vaccini e siamo già in ritardo per l'avvio delle vaccinazioni alla data del 1 ottobre».

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