La Nuova Sardegna

Oristano

Scarti di macellazione, ad Arcidano c’è chi dice no

Scarti di macellazione, ad Arcidano c’è chi dice no

La minoranza in consiglio comunale ha votato contro l’ordine del giorno di Cera «Ceduti per questo progetto ben 14 lotti della zona Pip costata un milione»

11 settembre 2020
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S.N.ARCIDANO. Non c'è un fronte compatto, a San Nicolò d'Arcidano, per il sì all'impianto per il trattamento degli scarti animali. Una parte della minoranza ha infatti votato contro l'ordine del giorno presentato dal sindaco Emanuele Cera e dai suoi e il tema si prepara ad essere uno dei più caldi nella imminente campagna elettorale: nel paese si voterà il 26 ottobre e Cera ha raggiunto il limite di tre mandati dopo 15 anni consecutivi alla guida del centro più meridionale della provincia. «Il sindaco ha rotto la cortesia istituzionale su cui si era basata questa consiliatura – attacca uno dei capigruppo della minoranza, Giancarlo Deligia – non ci sono state delibere di Giunta che ci abbiano anticipato la questione, abbiamo scoperto tutto con un ordine del giorno presentato due giorni prima del Consiglio. Credo che un argomento così importante avrebbe meritato una discussione pubblica e una condivisione con i cittadini ben più ampia». Deligia, poi, entra nel merito della questione: «A Terralba si sono opposti perché la loro zona P.I.P. è destinata all'agroalimentare, ma nel giro di un chilometro dalla nostra ci sono due agriturismi con alloggi. Gli investimenti sul centro storico di questa amministrazione, che hanno peraltro creato problemi di mobilità a causa dell'eccessiva estensione del centro matrice, vengono poi smentiti dall'appoggio a progetti che contrastano con una strategia di sviluppo turistico». A spaventare i consiglieri di minoranza, anche la questione traffico: «San Nicolò non ha una circonvallazione, quindi c'è il rischio che i camion diretti allo stabilimento transitino dentro il centro abitato, con problemi di traffico non indifferenti». Lo spauracchio è sempre lo stesso, le possibili emissioni di cattivi odori. Per la BS Green, l'azienda proponente, il rischio non esiste: «Camion e stabilimenti sono a tenuta stagna» ha dichiarato più volte l'amministratore della società. «Io posso anche crederci – spiega Deligia – ma da consigliere comunale devo pensare all'ipotesi peggiore. E se le emissioni di odori ci fossero, temo anche che ci possa essere una perdita di valore per le abitazioni degli arcidanesi». La zona P.I.P., voluta da loro e realizzata con l'utilizzo di quasi tutti i fondi della legge 37, è deserta. Oggi decidono di appoggiare questo progetto, rifiutato già da altri comuni, per dare un senso a quell'investimento e cedono ben 14 lotti, cioè una parte significativa dell'intera area. Questo vuol dire che Arcidano ha speso un milione di euro nella creazione della zona artigianale per ricavarne solo i 14 posti di lavoro promessi dalla BS Green, mentre quando decisero di realizzarla, la attuale maggioranza parlava di 300 posti».

Davide Pinna

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