La Nuova Sardegna

Oristano

ghilarza 

Istituto professionale monco insorgono gli amministratori

di Maria Antonietta Cossu

GHILARZA. La fredda legge dei numeri rischia di sbarrare il passo agli studenti che a settembre avrebbero dovuto frequentare il primo anno dell’Istituto professionale industria e artigianato. Le...

13 settembre 2020
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GHILARZA. La fredda legge dei numeri rischia di sbarrare il passo agli studenti che a settembre avrebbero dovuto frequentare il primo anno dell’Istituto professionale industria e artigianato. Le iscrizioni non hanno raggiunto la soglia minima prevista dalla norma e questo ha compromesso la formazione della prima classe. La prospettiva di una ripartenza monca della sede staccata dell’istituto superiore Mariano IV di Oristano e degli strascichi che la battuta d’arresto potrebbe determinare negli anni a venire ha messo in allarme gli amministratori del territorio. I sindaci del Guilcier invocano soluzioni salomoniche per scongiurare la soppressione di una sezione per quest’anno e, in prospettiva, lo smantellamento dell’intero corso di studi.

Da Ghilarza ieri è partito un appello alla direzione dell’Ufficio scolastico regionale perché siano applicate delle deroghe. «Chiediamo che vengano riaperti i termini di iscrizione per accettare eventuali nuove richieste oppure di autorizzare la formazione della prima classe anche con soli nove studenti», ha reclamato il sindaco Alessandro Defrassu parlando anche a nome dei colleghi dell’Unione dei Comuni. «Sarebbe un segnale negativo per i giovani e per il territorio in cui vivono» ha ammonito l’amministratore, che ha paventato scenari non più reversibili.

«Noi sindaci non siamo stati tempestivamente informati e va detto che, se non affrontato subito, il problema potrebbe ripresentarsi nel prossimo futuro con il rischio che il presidio chiuda del tutto una volta esaurito il ciclo di studi in corso. L’istituto professionale è fondamentale per Ghilarza e per i paesi della zona, offre un accesso diretto al mercato del lavoro formando figure professionali di cui c’è sempre bisogno. Ricordo, inoltre, che l’Unione del Guilcier e il Comune di Ghilarza hanno investito importanti risorse negli anni, senza contare i tanti progetti del Programma operativo nazionale. Non si può sacrificare tutto questo per un paio di studenti in meno» ha insistito Defrassu.

Agli effetti collaterali del medio periodo si aggiungerebbero quelli immediati legati alla preoccupante situazione sanitaria: «In un momento come questo è meno che mai opportuno costringere i ragazzi ad affollare i pullman. Frequentare la scuola locale non solo lo eviterebbe, ma grazie agli spazi disponibili garantirebbe il distanziamento interpersonale. Non è neanche una questione di costi perché i professori ci sono, al contrario sarebbe un investimento sui giovani», ha concluso.

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