La Nuova Sardegna

Oristano

«Finirai dentro una bara», a processo

di Enrico Carta
«Finirai dentro una bara», a processo

Ghilarza, 28enne dovrà rispondere di stalking nei confronti dell’ex moglie

18 settembre 2020
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GHILARZA. «Io finirò in prigione, tu in cielo». È uno della lunga serie di messaggi che l’ex marito mandava alla moglie dalla quale si stava separando. L’amore era finito, la convivenza pure. Non così le insistenze del 28enne che per lungo tempo avrebbe perseguitato la compagna che aveva deciso di mettere fine alla relazione e che ieri è stato rinviato a giudizio per atti persecutori. Decise di non accettare il fatto che i sentimenti fossero ormai sopiti e non si rassegnò all’idea di doversi ricostruire una vita lontano dalla famiglia con cui aveva trascorso gli ultimi anni.

Giorno dopo giorno però le insistenze divennero sempre maggiori e la vita per l’ex moglie sarebbe diventata impossibile. I messaggi erano continui, assillanti e da ultimo minacciosi. Gli avvertimenti non certo bonari affinché la signora si vestisse secondo i desideri dell’ex marito ed evitasse incontri con altre persone che avrebbero eventualmente potuto allacciare una relazione appaiono addirittura blandi rispetto al tenore di altre frasi. Arrivavano per messaggio e non lasciavano spazio a molti dubbi: «Finirai tra quattro assi di legno sotto i cipressi». Gli alberi sarebbero dovuti essere quelli del cimitero e le assi quelle di una bara: una chiara minaccia di morte, l’ennesima di una storia che andava facendosi sempre più preoccupante. L’ex moglie ottenne un provvedimento di ammonimento da parte del questore, ma nemmeno questo bloccò il 28enne. Non restò altra strada da imboccare se non quella della denuncia e infatti la vittima si presentò in caserma a spiegare che l’incubo non era ancora finito.

Da quel momento è diventata una storia da tribunale. Il pubblico ministero Sara Ghiani ha chiesto il rinvio a giudizio accordato ieri dalla giudice per le indagini preliminari Federica Fulgheri. Al processo si era opposto l’avvocato difensore Massimiliano Carta, mentre la vittima si è costituita parte civile assistita dall’avvocatessa Oriana Colomo. La prima udienza è fissata per l’8 gennaio.

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