La Nuova Sardegna

Oristano

Sanità locale, le ricette del sindacato

Sanità locale, le ricette del sindacato

Cgil, Cisl e Uil preoccupati per il degrado progressivo di servizi e prestazioni

25 settembre 2020
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ORISTANO. I sindacati confederali promuovono la mobilitazione territoriale per cercare di risolvere il problema della sanità nella provincia di Oristano. Chiamano a raccolta le amministrazioni locali ma anche il volontariato per promuovere azioni comuni.

La proposta arriva in una fase cruciale per il territorio dove, già in altre zone la mobilitazione è in atto da mesi, di recente, culminata con le dimissioni del sindaco di Ghilarza contro il depotenziamento dell’ospedale Delogu. La decisione è stata annunciata ieri, dopo che i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, Andrea Sanna, Alessandro Perdixi e Franco Mattana, erano stati sentiti in audizione dalla Commissione sanità del Comune. «Abbiamo esposto quali sono, a nostro parere, le criticità del sistema sanitario provinciale», scrivono i sindacalisti che riassumono in cinque punti chiave i problemi più gravi. Si parte dalla carenza di personale (infermieri, Oss e medici) «con diversi reparti in gravissima emergenza ed oggettiva difficoltà ad organizzare e garantire in maniera adeguata turni lavorativi e l'erogazione delle prestazioni sanitarie. A questo si aggiunge anche una gravissima carenza di dispositivi medici come ad esempio guanti e camici che non consentono di effettuare le prestazioni in totale sicurezza». I sindacati prendono in esame la riorganizzazione della rete ospedaliera e di assistenza «che deve essere potenziata qualitativamente e in termini di efficienza». I sindacati chiedono inoltre la modifica criticano le scelte politiche passate «di accentramento che hanno penalizzato in maniera pesante il territori. Serve invece – proseguono– un modello istituzionale che valorizzi il principio di sussidiarietà attraverso il trasferimento di funzioni e risorse ai territori». C'è poi la questione grave, dell'esaurimento del budget dei laboratori privati che, a causa della chiusura del laboratorio del San Martino durante l'emergenza Covid. «Se non verranno stanziate risorse straordinarie si rischia che tutti gli esami diagnostici verranno messi a pagamento con gravi conseguenze soprattutto per gli anziani e le persone a basso reddito». Ultima, non certo per importanza la questione delle liste d'attesa infinite che non si riesce a smaltire». I sindacati sollecitano la valorizzazione della medicina territoriale. «Abbiamo sottolineato come sia imprescindibile il potenziamento dei tre presidi ospedalieri di Oristano, Ghilarza e Bosa, ma anche tra questi ed altre strutture, sia pubbliche che private, al fine di sviluppare all'interno del territorio una rete di assistenza in grado di operare all'interno della comunità locale agendo sull’ asse ospedale territorio-domicilio». (m.c.)



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