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Oristano

San nicolò d’arcidano 

Scarti animali, l’impianto BS Green cambia sede e lascia Terralba

Scarti animali, l’impianto BS Green cambia sede e lascia Terralba

SAN NICOLÒ D’ARCIDANO. Ora c'è l'ufficialità, l'ipotesi di costruire un impianto di trattamento degli scarti animali a Terralba è tramontata definitivamente e il progetto si trasferisce qualche...

07 ottobre 2020
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SAN NICOLÒ D’ARCIDANO. Ora c'è l'ufficialità, l'ipotesi di costruire un impianto di trattamento degli scarti animali a Terralba è tramontata definitivamente e il progetto si trasferisce qualche chilometro più a Sud, nella zona artigianale di San Nicolò d'Arcidano. A firmare l'atto di cessione dei lotti nella zona P.I.P. di Arcidano per 95 mila euro, lo stesso sindaco di Terralba, Sandro Pili. Stavolta però in veste di capo dell'ufficio tecnico di San Nicolò. E proprio sugli aspetti amministrativi si concentrano le critiche del consigliere di opposizione Giancarlo Deligia, che accusa l'amministrazione guidata dal sindaco Emanuele Cera di non aver dato il necessario risalto alla determina di metà agosto che cedeva i lotti nella zona P.I.P. alla BS Green: «Non ne hanno mai parlato – attacca Deligia – se non forse con un rapidissimo accenno durante il consiglio del 7 settembre, più di due settimane dopo. Ci era stato presentato come un possibile progetto, e invece c’era già la cessione dei lotti. Se si parte così, non oso immaginare come proseguirà dopo». Dal punto di vista tecnico, il progetto resta uguale a quello presentato in Regione per Terralba. Ad essere trattati saranno appunto gli scarti di allevamento che non rientrano nella categoria dei rifiuti, quelli di seconda e terza categoria: grasso, contenuto del tubo digerente, residui di lavorazione delle carni, peli, zoccoli, piume, sangue e reflui, ossia deiezioni di suini e bovini provenienti da allevamenti presenti vicino all'impianto. Tutto il procedimento, ha assicurato più volte Andrea Massidda, amministratore della società proponente, avviene in ambienti a tenuta stagna, senza quindi alcun rischio di diffusione di cattivi odori: «Si tratta di un metodo molto diverso da quello del biodigestore di Simaxis» aveva dichiarato Massidda, riferendosi ad un impianto dove le emissioni di cattivi odori sono al centro della lamentele e delle proteste dei cittadini. Gli scarti animali, dopo essere stati digeriti da milioni di batteri, si trasformano in un gas che verrà utilizzato per la produzione di energia elettrica, che dovrebbe coprire integralmente il fabbisogno dell'impianto e immettere nella rete l'elettricità residua. Ma ad Arcidano sono in tanti a nutrire perplessità, e ora sta muovendo i primi passi un comitato civico che si oppone alla realizzazione dell'impianto. Le perplessità sono sempre legate alle possibili emissioni di odori: «Anche a Simaxis sulla carta era tutto in regola, ma poi la puzza c'era. Mi chiedo, tra l'altro, se la società abbia risorse finanziarie sufficienti per coprire eventuali danni che dovessero derivare dall'impianto, tramite i propri capitali o magari attraverso una fideiussione. Già da questa settimana comincerà una raccolta firme».(dav.pi.)

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