La Nuova Sardegna

Oristano

«Questa sanità è un lusso per pochi»

«Questa sanità è un lusso per pochi»

Il Comitato per il diritto alla salute presenta la sua petizione da firmare il 24

13 ottobre 2020
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ORISTANO. Lo scorso 25 settembre tre professioniste hanno costituito il Comitato per il “Diritto alla salute della provincia di oristano”, che in pochi giorni ha raccolto migliaia di adesioni, e ieri è stato presentata la petizione.

«Noi, cittadini della provincia di Oristano, da ormai troppo tempo non otteniamo le cure di cui abbiamo bisogno e a cui abbiamo diritto, a causa di una situazione non più tollerabile dei servizi sanitari pubblici o privati convenzionati della nostra provincia, resa ancora più drammatica dalle chiusure imposte dal Covid. Per poter affrontare i nostri problemi di salute e quelli dei nostri familiari siamo cosi costretti a rivolgerci a ambulatori e strutture private e a sobbarcarci onerose parcelle e trasferte. Una soluzione impraticabile per chi non ha la possibilità di sostenere importanti spese e disagi, e che fa della sanità un lusso per pochi. Restano scoperti anche per diverse settimane i presidi dei medici di base e dei pediatri. E quelli che sono regolarmente coperti non sono adeguatamente accessibili per l’eccessivo numero di pazienti e di adempimenti di ogni tipo in carico a ogni medico di famiglia. È una vera impresa riuscire a mettersi in contatto con il Cup (Cento Unico di Prenotazioni) e, quando qualcuno risponde, è solo per sentirsi negare la prenotazione alla visita specialistica, all’analisi o all’accertamento richiesti, perché non disponibili nella nostra provincia o, nella migliore delle ipotesi, per sentirsi proporre una data inaccettabile. Gli interventi di prevenzione come gli screening antitumorali, non si effettuano più o si effettuano con un ritardo che li rende inefficaci. Migliaia di malati cronici come i pazienti oncologici, pneumologici, i diabetici, i malati di Alzheimer, i microcitemici, i malati psichiatrici, non riescono a ottenere una visita di controllo dai pochi specialisti rimasti nei rispettivi servizi. Le farmacie territoriali hanno ridotto drasticamente giorni e orari di apertura e quantità di farmaci e altri prodotti in distribuzione. Gli ospedali di Bosa e di Ghilarza hanno subito un grave ridimensionamento. Reparti prima considerati d'eccellenza come la Cardiologia e l’Ortopedia del San Martino non sono in grado di far fronte alle urgenze, con il risultato che è messa a repentaglio la vita di chi subisce un infarto o una frattura di femore. Nel reparto di medicina, i pazienti sono dirottati in altri reparti o a Ghilarza. La permanenza al Pronto Soccorso, è in media di numerose ore. Carenze di organico e di funzionalità si verificano in tutti gli altri reparti». Il Comitato chiede l’abbattimento delle liste d’attesa, l’adeguamento alle esigenze di un bacino provinciale, dell’organizzazione e degli organici dei servizi territoriali e ospedalieri, anche con l’indizione dei necessari concorsi e dell’arruolamento delle figure subito disponibili.(el.ca.)

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