La Nuova Sardegna

Oristano

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L’assessore: «Medici in affitto unica opportunità per riaprire»

di Maria Antonietta Cossu

GHILARZA. La scelta della Regione e dell’Ats di affidare a una società esterna la gestione del punto di primo intervento dell’ospedale Delogu divide. Non tutti sono favorevoli a una commistione tra...

18 ottobre 2020
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GHILARZA. La scelta della Regione e dell’Ats di affidare a una società esterna la gestione del punto di primo intervento dell’ospedale Delogu divide. Non tutti sono favorevoli a una commistione tra pubblico e privato, ma c’è anche chi condivide l’idea e chi la accetta per mancanza di alternative. A quanti, durante la presentazione del progetto sperimentale, paventavano il rischio che il modello dei medici in affitto potesse aprire la strada alla privatizzazione dei servizi ospedalieri, l’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, ha risposto che si tratta di una soluzione d'emergenza, «L’unica al momento percorribile per tenere aperta una struttura pubblica». Il modello potrebbe essere replicato in altri ospedali fino a quando non saranno espletate le procedure di assunzione attivate per impinguare gli organici dei presidi sanitari oggi sono senza medici. L’ipotesi è stata avanzata dal presidente della commissione regionale Sanità, Domenico Gallus in riferimento anche al San Martino di Oristano. Tuttavia il consigliere ha insistito sul carattere transitorio del progetto e sul fatto che la scelta fosse stata dettata dall’impossibilità di trovare specialisti dell’emergenza-urgenza.

È Una condizione che accomuna svariate branche della sanità e che l’assessore ha attribuito alla mancanza di programmazione politica del passato. Nieddu ha ipotizzato però un’inversione di tendenza conseguente al completamento delle 59 selezioni aperte e all’aver ristretto il divario tra il numero di laureati e i posti disponibili per le specializzazioni portando le borse di studio da 29 a 200. In attesa che la carenza di personale sia tamponata in altro modo, il punto di primo intervento del Delogu funzionerà con il metodo sperimentale. L’apertura è prevista entro dicembre, la durata del servizio sarà di sei mesi rinnovabili per un costo di 750mila euro all’anno. È ora più chiaro anche il funzionamento del servizio. «Sei medici turneranno 24 ore su 24, gestiranno i codici bianchi e verdi e, se necessario, potranno stabilizzare i politraumatizzati prima di trasferirli in altre strutture», ha spiegato Gallus.

Critico Giuseppino Canu, esponente della Fimmg di Oristano: «Dalla Regione mi sarei aspettato altro. Il problema dell’Assl di Oristano è che non riesce a fidelizzare il personale». «Prendiamo atto della scelta tecnica e politica – ha detto invece il rappresentante del comitato civico Raffaele Manca –, quello che ci trova in forte dissenso non è tanto la soluzione di emergenza, ma la procedura adottata in passato, quando per l’assunzione al Delogu di tre medici di pronto soccorso fu aperta una selezione per soli tre giorni, unico caso nella storia».

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