La Nuova Sardegna

Oristano

Sanità, tutto il territorio scende in piazza

di Michela Cuccu
Sanità, tutto il territorio scende in piazza

Consigli comunali, associazioni, sindacati e cittadini contro lo smantellamento dei tre ospedali e della medicina territoriale

18 ottobre 2020
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ORISTANO. La data per portare in piazza la protesta contro lo smantellamento della sanità pubblica nella provincia di Oristano è fissata per il 7 novembre, quando ci sarà una manifestazione che convoglierà ancora una volta in città la protesta dell’intero territorio. La commissione speciale Sanità del Comune, le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil e le associazioni dei pazienti Aniad Onlus, CittadinanzAttiva Odv, Komunque Donne Odiv e Thalassemici Onlus, ieri mattina hanno presentato il “Patto per la salute”, documento stilato dopo una serie di confronti sulle condizioni dei servizi sanitari pubblici.

La presentazione è servita per illustrare gli obbiettivi dell’iniziativa. Il documento, presentato dal presidente della commissione Sanità, Efisio Sanna, riassume in cinque punti l’intero programma di rivendicazioni che parte dalla necessità di riorganizzare la rete ospedaliera di assistenza, attraverso il potenziamento dei tre presidi ospedalieri (Oristano, Bosa e Ghilarza) e dei tre distretti sanitari di Oristano, Bosa-Ghilarza e Ales-Terralba «creando una rete con altre strutture, sia pubbliche che private in grado di operare all’interno della comunità locale sull’asse ospedale, territorio, domicilio».

Le richieste puntano al superamento della carenza di personale, il potenziamento e la valorizzazione della medicina territoriale, la creazione di un nuovo modello di sviluppo del sistema sanitario provinciale e la diminuzione dei tempi di attesa per le visite specialistiche. «La massima attenzione da parte di cittadini e istituzioni è il solo modo possibile per raggiungere dei risultati», ha detto il vicesindaco Massimiliano Sanna che, in rappresentanza del sindaco Andrea Lutzu, assente per impegni assunti in precedenza, ha riferito delle rassicurazioni date al primo cittadino da parte della direzione generale della Assl «che ha garantito come l’apertura imminente del reparto Covid al San Martino non inciderà sugli organici degli altri reparti».

In ogni caso il 23 ottobre il consiglio comunale del capoluogo si riunirà in una seduta straordinaria per discutere di sanità: «Chiederemo che anche gli altri Comuni della provincia facciano altrettanto e che i loro rappresentanti, in testa i sindaci, partecipino alla manifestazione del 7 novembre».

Le carenze nell’Oristanese non sono un fatto recente: messe drammaticamente in risalto dall’emergenza Covid e dal buco nero che sta inghiottendo l’ospedale di Ghilarza, sono anche oggetto di un esposto alla procura presentato da alcune associazioni di pazienti. Maria Delogu, di Komunque Donne ha denunciato: «A due mesi di distanza dall’esposto la situazione è persino peggiorata. La prevenzione dei tumori al seno in questi mesi si è trasformata in urgenza: donne che non hanno potuto fare le visite, ora dovranno essere operate. A questo si aggiungono reparti rimasti con un solo medico e il servizio di assistenza domiciliare integrata formato da un’unica unità con un solo medico oncologo che opera anche nell’Hospice che è un servizio nuovo che a queste condizioni parte in maniera monca».

A questo si aggiunge l’incredibile vicenda della diabetologia: negli ultimi dieci anni, come ha riferito Efisio Sanna, a fronte di un aumento del 35 per cento di pazienti, ha visto la diminuzione del 35 per cento del personale del reparto, contemporaneamente, i punti di cura nel territorio sono scesi da undici a otto.

I segretari di Cgil, Cisl e Uil, Andrea Sanna, Alessandro Perdixi e Franco Mattana sono stati espliciti: «Non chiediamo, ma pretendiamo che il diritto costituzionale alla salute, che qui si sta negando, venga finalmente rispettato».

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