La Nuova Sardegna

Oristano

Gli archeologi tornano a Santa Barbara di Turre

di Piero Marongiu
Gli archeologi tornano a Santa Barbara di Turre

Bauladu, parte la terza campagna di scavo nel sito nuragico abitato poi sino all’età medievale

19 ottobre 2020
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BAULADU. Riprendono oggi gli scavi nell’area archeologica di Santa Barbara di Turre, dov’è stata rinvenuta la presenza di una necropoli tardoantica-altomedievale. Il percorso era iniziato tre anni fa e l’amministrazione comunale ha deciso di non interromperlo nonostante le difficoltà di quest’ultimo periodo e la pandemia che ha bloccato la gran parte dei cantieri in tutta l’Isola.

A dirigere l’attività sul campo sarà l’archeologo e ricercatore dell’Università di Sassari Giuseppe Maisola. La terza campagna di scavi che prenderà il via oggi si propone di proseguire l’attività di indagine iniziata lo scorso anno nel versante sud-occidentale del sito. L’area archeologica di Santa Barbara de Turre era stata indagata tra il 1986 e il 1989 dall’Università di Los Angeles, sotto la direzione di Lenore J. Gallin e con la collaborazione della Soprintendenza per Oristano e Cagliari. Quelle indagini consentirono di acquisire importanti notizie sulle varie fasi e culture che si erano sviluppate in età nuragica nell’insediamento, nonché sulla presenza delle strutture abitative e cerimoniali presenti, sulla vita quotidiana e sugli spazi di uso comune tra gli abitanti del sito.

Furono scavi altresì importanti perché consentirono di ottenere informazioni anche sull’economia agropastorale e sulle attività artigianali che si svolgevano nell’area. L’obiettivo dell’amministrazione è quello di valorizzare il sito attraverso la realizzazione di restauri mirati, che potranno essere fatti con un finanziamento di 80mila euro concesso dalla Regione. Saranno migliorata l’accessibilità e la fruibilità del sito, realizzata un’area per la sosta, posizionate passerelle in legno e apposita segnaletica e installati dei punti luce.

«L’area di Santa Barbara de Turre con l’uliveto annesso – spiega la consigliera e archeologa Anna Pintus –, rappresenta un punto di forza per il Comune. Le indagini avranno come principale obiettivo quello di conseguire nuovi dati utili ad ampliare le conoscenze, soprattutto riguardanti le fasi storiche fino alla frequentazione basso medievale, attestata nelle fonti, ma assente negli strati finora analizzati. Consentirà di innescare una nuova fase di cambiamento in un territorio che fonda le sue radici sulla cultura».

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